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Un’altra notte per pensarci: la lenta agonia delle Province

E’ stato rinviata a domani la conclusione del Consiglio dei ministri che ha all’ordine del giorno il riordino delle province. La riunione del governo si è interrotta alle ore 18.50 e proseguirà domani alle 9, rende noto un comunicato stampa. Ma nel comunicato conclusivo della riunione di questo pomeriggio non c’è traccia del decreto legge contenente ”disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane”, che era in agenda. ‘La rivoluzione delle Province’, secondo la definizione che qualche giorni fa usò il ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi, sembra comunque essere arrivata a meta. Il governo presenterà il decreto legge che ridisegnerà la mappa delle Province, che dovrebbero raggiungere circa le 50 unità (tenendo conto di due criteri: un numero minimo di 350 mila abitanti e un’estensione territoriale non superiore ai 2.500 km quadrati), e ufficializzerà la nascita delle 10 Città Metropolitane italiane, chiudendo così la fase di riforma introdotta con l’articolo 17 della manovra di Natale 2011, approvato definitivamente il 7 agosto scorso con il dl 95. L’approvazione del provvedimento, promesso per fine ottobre, pare però essere difficoltoso, e ancora nelle ultime ore prima del Cdm, secondo quanto si apprende, si stavano mettendo a punto gli ultimi dettagli. Che il governo voglia fare presto sul riordino delle Province non ci sono dubbi, se non altro per rispettare il desiderio espresso l’11 ottobre dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che aveva esortato ad avviare una “rapida, positiva conclusione del confronto in atto per il completamento del processo di riordino delle Province”. Il decreto legge del governo farà chiarezza su numerosi punti rimasti finora oscuri. Secondo i desiderata dei governo le Province diventeranno enti di secondo livello (avranno un consiglio provinciale e il presidente della Provincia) con funzioni di area vasta e saranno chiamate ad occuparsi di: pianificazione territoriale e valorizzazione dell’ambiente, pianificazione dei servizi di trasporto, classificazione e gestione delle strade provinciali, regolazione della circolazione stradale, programmazione della rete scolastica e gestione dell’edilizia scolastica per le scuole secondarie di secondo grado. Qualche cambiamento potrebbe riguardare le Città Metropolitane: dopo una riunione di pochi giorni fa tra i ministri Patroni Griffi e Cancellieri e una rappresentanza dell’Upi è stato concordato che queste potrebbero non essere più perfettamente coincidenti con le 10 province di cui dovranno prendere il posto, ma essere disponibili a prendere in carico anche quelle limitrofe.

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