Una scuola nella villa bunker di Cava, firmato il protocollo. “Da lì il boss ordinava gli omicidi, ora presidio di cultura”

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Bene confiscato ai Cava, la firma del protocollo in Prefettura

Alfredo Picariello – E’ un giorno buono, per dirla con Rocco Hunt. Il Prefetto di Avellino, Maria Tirone, artefice principale dell’accordo teso a far rivivere uno dei beni simbolo che lo Stato ha sottratto alla camorra irpina, cita invece una frase del giudice Antonino Caponnetto: “La mafia ha più paura della scuola che della stessa giustizia”. Sono da poco passate le 13 quando al Palazzo del Governo di Avellino si firma uno storico protocollo d’intesa per “Il riutilizzo per finalità istituzionali dell’immobile sito in Pago Vallo Lauro oggetto di confisca in danno di Cava Biagio ed altri”. Le parti “contraenti” sono la Regione Campania (assessorato Istruzione, Politiche giovanili, Politiche sociali), la Provincia di Avellino, il Comune di Pago Vallo Lauro e l’Ufficio scolastico provinciale.

Dalla villa bunker di via Nazionale partivano gli ordini del boss per omicidi e agguati criminali. Era il vero e proprio quartier generale di Biagio Cava, fedelissimo di Mario Fabbrocino. Cava proprio nel suo bunker fu arrestato il 17 ottobre del 2006 dal Commissariato di polizia di Lauro, dopo due anni di latitanza. La confisca è datata 29 maggio 2015, con la sentenza della Corte di Cassazione. Da allora, è inutilizzata e più volte è stata vandalizzata, proprio per impedirne l’uso. Dopo la confisca, la villa è passata al patrimonio dello Stato e gestita dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Ora, si spera entro l’anno prossimo, in quel luogo di morte e di violenza, sorgerà un Istituto Superiore avente indirizzo Agrario. “E’ soltanto l’inizio di un percorso – afferma il Prefetto Tirone -. Continueremo su questa strada perché il riutilizzo del bene confiscato per finalità scolastiche assume un forte significato simbolico di restituzione alla comunità dei beni frutto di attività criminali. In quella villa si perseguirà una finalità alta, la più alta possibile. Abbiamo pensato ad un istituto agrario anche per assecondare la vocazione del territorio, una vocazione prettamente agricola”.

Inizialmente, dopo le varie riunioni che si sono tenute prima di arrivare al protocollo d’intesa, si era pensato anche ad un presidio sanitario oppure ad una casa delle associazioni di volontariato. Alla fine, però, ha preso il sopravvento il progetto della scuola. L’amministrazione provinciale acquisirà l’immobile al proprio patrimonio per finalità scolastiche e stanzierà 500mila euro per la ristrutturazione dell’edificio che sarà affidata mediante un bando di gara. Il Comune, invece, metterà a disposizione il terreno.

In quella villa, edificata nel 2005, in un’area di circa dumelia metri quadrati disposta su due piani con ascensore interno e oltre venti stanze, si respirerà cultura, legalità. La vittoria dello Stato.

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