Un sindaco, da solo, non può nulla: il disastro è del Pd

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Pasquale Manganiello – Cosa si può rimproverare a Paolo Foti in questi tre anni e mezzo di Amministrazione? Una cosa che racchiude tutte le altre: non essersi dimesso. Il sindaco è stato quasi eroico nel perseverare nell’errore di non presentare le proprie dimissioni. Un primo cittadino non può nulla senza un partito serio che lo sostenga. Ed il Pd, citando il presidente De Mita, è un partito che non esiste. Una guerra tra bande continua, sempre a difesa del proprio orticello e mai degli interessi della città, sempre in attesa di contraddirsi il giorno dopo, sempre disposti a chiedere, mai disposti a dare per il bene di Avellino. Il risultato non può essere che questo: un’Amministrazione ferma da tempo, assessori continuamente sostituiti ed offesi nella propria professionalità, una città allo sbando e consigli comunali che sfiorano il ridicolo. Questa non è politica.

Paolo Foti è stato un muro di gomma: gliene hanno dette e fatte di tutti i colori ma lui è rimasto lì, nonostante tutto, nonostante l’imbarazzo, nonostante i momenti bui, e prima o poi dovrà spiegare il perchè alla città. Orgoglio? Essere ricordato come uno dei peggiori sindaci di Avellino non deve essere accolto con tantissimo entusiasmo ma tirando avanti in questo modo penoso, prendendosi tutte le responsabilità di un tale sfascio, non ha fatto altro che incentivare tale assunto.

Dicevamo, il Pd: imbarazzante. Sembrava coraggiosa, ieri, la scelta del gruppo consiliare di catapultarsi in extremis sulle scale della sede del Pd per raggiungere in tempo Palazzo di Città e votare gli equilibri. Presuntuosa, forse. Sta di fatto che il consigliere Poppa è rimasto a prua e che Gianluca Festa ha fatto lo scherzetto anche a parte dell’opposizione: ora ci ritroviamo a discutere di tecnicismi che, oggettivamente, hanno di politico ben poco. Ne abbiamo viste tante, è vero, ma se non arrivano le dimissioni dopo tutto questo casino, allora Davvero non arriveranno più.

FESTA – Il leader di Davvero si è dimostrato il numero uno dei tatticismi. Utilizzando una metafora calcistica, ha disegnato uno schema a tavolino che i suoi hanno eseguito con straordinario tempismo e certosina applicazione. Smonta la tesi di Dino Preziosi sui fondi europei e manda sotto il sindaco del suo stesso partito sugli equilibri di bilancio. Giacobbe, poco prima in Consiglio, gli aveva detto: “Gianluca, se volevi mandarlo via, avresti potuto votare contro il bilancio”. Detto, fatto. Giacobbe si trasforma in Fassino e Festa organizza la trama perfetta. Tutto grandioso: il Pd, se fosse un partito serio, dovrebbe ricacciarlo seduta stante ma converrete con noi che non succederà.

DAMELIANI – I tre consiglieri della componente dameliana decidono di lavarsene le mani come fece un tale tanti anni fa. Anche loro sbagliano i conti: la loro assenza è la presenza più ingombrante. Nonostante l’apertura (???) al sindaco della presidente del consiglio regionale, i loro banchi vuoti sono decisivi affinchè la fascia tricolore vada sotto e sia ad un passo dal baratro. Il Pd, se fosse un partito serio, anche sventolando la mozione di sfiducia firmata dai suddetti consiglieri, dovrebbe cacciarli seduta stante ed aprire una crisi politica coinvolgendo Napoli e Roma. Converrete con noi che non succederà.

PALUMBO-PREZIOSI – Il consigliere di opposizione Mimmo Palumbo aveva detto a più riprese: “Mai il Commissario!”. Ieri vota contro gli equilibri di bilancio e, di fatto, avvicina sempre di più il Commissario ad Avellino. Anche questa volta, non l’abbiamo capita. Dino Preziosi, nel suo intervento, ha giustamente replicato a chi l’aveva accusato di trasformismo. Trasformismo riguarda, a tutti gli effetti, chi dall’opposizione è passato in maggioranza.

“Il Patto dei 100 giorni non è mai esistito” ha poi sentenziato e non ha mai avuto alcun senso, aggiungiamo noi. Se quello che ha spiegato Gianluca Festa in Consiglio è vero, tutto l’impianto su cui erano basate le motivazioni di Preziosi alla mano tesa al sindaco va a farsi benedire. E poi, si richiedeva una Giunta di alto profilo: questi assessori, la Giunta attuale di che profilo è? Basso? Medio profilo? Nessun assessore può far nulla in pochi mesi se la macchina amministrativa è quella che è. I suoi elettori premieranno o affosseranno la sua scelta “impopolare”. Staremo a vedere.

OPPOSIZIONE – L’esultanza di parte dell’opposizione, quando gli equilibri di bilancio sono stati respinti in aula, trova logica spiegazione nella parola “coerenza”.

FUTURO – Ciò che è accaduto, soprattutto negli ultimi mesi, ci sussurra che, forse, non sia finita qui. Eppure, qualche mese di commissariamento, in fondo, non ha mai ucciso nessuno.