Un insegnante irpino a Scampia: “Gomorra è fiction, non è la realtà delle nostre classi”

1
309

Pasquale Manganiello – “Fare l’insegnante a Scampia non è impossibile. Con il lavoro si riescono a ottenere risultati importanti come in ogni altra parte d’Italia. Non è un’ isola felice ma questo ti motiva maggiormente e ti permette di prenderti delle soddisfazioni professionali di grande impatto emotivo”.

Paolo Iacobellis è un insegnante di italiano e di sostegno. Montemilettese, lavora attualmente presso una scuola media di Scampia. Ha raccontato ad Irpinianews come la scuola sia la massima espressione di contrasto al disagio sociale in una realtà difficile come il rione napoletano dove l’educazione ha chiaramente un significato più alto.

“A Scampia disgregazione sociale e solidarietà si bilanciano – afferma Iacobellis – le Istituzioni sono molto presenti. I ragazzini sono abbastanza vivaci, molti non vivono in condizioni economiche agiate ma nella scuola non si verificano fenomeni delinquenziali. La scuola è e deve essere un baluardo della legalità ed in questo senso sono state promosse tante iniziative”.

“Scampia è la testimonianza di quanto il sistema scuola debba essere più forte – continua il prof irpino – ogni anno vengono realizzati gemellaggi con altre realtà nell’ambito dell’istruzione e della formazione. Recentemente, a Marzo, è venuta Dori Ghezzi ad inaugurare l’Auditorium di Scampia in cui ragazzi delle scuole medie e superiori si sono esibiti in un repertorio del compianto De Andrè.”

Iacobellis ci spiega come le strutture scolastiche non siano diverse rispetto ad altri edifici presenti in Campania:

“Io lavoro da due anni a Scampia ed i colleghi, con i quali ho un rapporto di grande collaborazione, hanno evidenziato dei miglioramenti per quanto riguarda le strutture scolastiche come la straordinaria palestra di una succursale di una scuola di Scampia in cui si allena una squadra di pallavolo locale. Certo è che la riforma della ‘Buona Scuola’ non è una riforma felice ma, piuttosto, un attacco violento nei confronti della scuola pubblica”

E sui cosiddetti “effetti di Gomorra” sui giovanissimi studenti:

Gomorra è una fiction, non è la realtà delle nostre classi. Per quello che vedo io nel tempo di lavoro, in aula non ho mai notato fenomeni di emulazione. Al massimo si è commentato qualche puntata ma nient’altro. Quest’anno ho insegnato in una Prima, l’anno scorso ho avuto una Terza. La maggior parte dei ragazzi ha voglia di proseguire negli studi per trovare in futuro un lavoro dignitoso.”

1 COMMENT

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here