Renato Spiniello – “Sicuro di aver operato nella massima trasparenza e al pieno delle mie forze, così come sono sicuro della bontà della mia posizione e se processo ci sarà, chi sarà chiamato a quel processo andrà davanti al giudice a difendersi”.
Luca Cipriano, ex Presidente del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino, nonché già candidato sindaco alle scorse amministrative con il progetto civico “MaiPiù”, si dice tutt’altro che preoccupato in merito alle indagini che la pm Teresa Venezia sta portando a conclusione sulla gestione finanziaria del Massimo Cittadino. A giorni potrebbero arrivare le eventuali richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura, ma Cipriano ammette: “La magistratura deve fare il suo corso. Quando ero Presidente del Cda del Teatro – continua – ho trovato un’avversità politica che è diventata meschinità da parte di Foti e di altri esponenti della sua maggioranza: hanno montato un caso enorme che i pm, da tre anni a questa parte, fanno fatica a dirimere”.
L’occasione per tornare sulla vicenda è stata l’inaugurazione di “Avellino+”, l’incubatore urbano di idee lanciato dall’associazione che fa capo proprio all’attuale numero uno del Cimarosa. “Lamentarsi e avvelenare un clima politico già avvelenato di suo non serve – spiega quest’ultimo – noi siamo e saremo qui per raccogliere idee e suggerimenti per la città e sarebbe bello se questo spazio diventasse un incubatore di positività”.
Il vernissage, condito dalla mostra fotografica di Antonio Bergamino, è servito anche a fare il punto sull’imminente campagna elettorale che vedrà la riproposizione del progetto “MaiPiù” agli avellinesi. “Il punto di partenza – svela Cipriano – è che noi ci saremo, anche se ancora non sappiamo chi sarà il candidato apicale. MaiPiù, tuttavia, sarà in lizza e si presenterà sicuramente in maniera più allargata rispetto al passato in quanto abbiamo raccolto ulteriori consensi e un’ulteriore fetta di cittadinanza ha aderito al progetto”.
Su quanto, invece, sarà largo il perimetro del movimento, l’esperto comunicatore conclude: “Il rischio è che anche questa volta prevalgano i personalismi e che quindi si arrivi a 8-9 candidati sindaco e a decine di liste. L’appello che rivolgo ai partiti tradizionali e ai movimenti civici è capire se attorno a un progetto si possa costruire un’alleanza omogenea, evitando però di mettere insieme tutto e il contrario di tutto per paura di perdere. Un’alleanza basata su pochi paletti: un rinnovamento ragionato che non sia la rottamazione di Renzi e la concretezza. Se ci sono forze che condividono questi punti noi siamo disponibili. Mettiamoci tutti ai nastri di partenza e capiamo chi sarà il candidato apicale. Certo per questo c’è tempo fino a febbraio, altrimenti andremo avanti da soli”.