Tutto pronto per la Candelora palindroma. “Facile essere gay a Milano, partiamo dai paesi piccoli”

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Alfredo Picariello – Sarà di certo una Candelora speciale quest’anno. Anche il calendario, infatti, ha voluto metterci lo “zampino” con una chicca: festeggeremo una Candelora “Palindroma”. 02 02 2020, domenica prossima, è una data palindroma che si può leggere indifferentemente da destra a sinistra: erano stati palindromi, ad esempio, anche il 1° febbraio 2010 (01 02 2010) e il 21 febbraio 2012 (21 02 2012).

Domenica si ripeterà un rito antico, la tradizionale processione della Candelora, conosciuta anche come juta dei femminielli a Montevergine, per onorare la Madonna, Mamma Schiavona, che tutto perdona. E’, da sempre, un’esperienza indimenticabile: tantissimi pellegrini e devoti che arrivano in Irpinia da tutta la regione, e con qualsiasi tempo, pioggia, vento e neve, raggiungono il Santuario di Montevergine a 1270 metri solo per salutare il nuovo anno con la benedizione di “Mamma Schiavona”, protettrice degli ultimi e dei “femmenielli”.

Sacro e profano, inevitabilmente, si intrecceranno. Ma con momenti di grande riflessione, già a partire da domani, quando, nel centro sociale di Ospedaletto, ci sarà un incontro con le scuole dal titolo “Chi ha paura delle differenze?”, storie parallele di discriminazione. Nel pomeriggio, invece, nel piazzale della Funicolare di Mercogliano, Installazione Rainbow City, in memoria di Andrea Spezzacatena, suicida perché vittima di bullismo, impiccatosi con una sciarpa perché non poteva più sostenere il peso degli insulti.

“Abbiamo voluto dedicare la Candelora al bullismo e alla violenza omofobica”, spiega Massimo Saveriano, militante attivista del movimento Lgbt campano e direttore artistico della kermesse. “Uniamo tradizione ed innovazione con eventi che dureranno una settimana. Sarà la festa dell’incontro, Mercogliano ed Ospedaletto devono diventare la strada per il cammino dei diritti civili. Ho voluto – prosegue – un protocollo d’intesa tra i Comuni ed il Parco del Partenio perché il mio obiettivo è stato quello di mettere giù un programma corale, perché uniti si vince”.

“E’ facile essere gay a Milano o Roma”, dice ancora Saveriano. “Ci vuole coraggio, a partire dai piccoli centri. Serve coraggio, perché il coraggio ispira altro coraggio. Bisogna camminare con il cuore ed avere rispetto di tutti, anche se ci sono ancora troppi episodi di ragazzi bullizzati”.