“Mi hanno rubato la fascia, e lo dice la Cassazione, ma l’affetto delle persone non sono riusciti a togliermelo”. E’ solo un piccolo passaggio della lunga intervista rilasciata dall’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa al direttore dell’emittente radiofonica “Raffaella Uno” Raffaele Ingino. E’ la prima volta che l’ex fascia tricolore parla con un giornalista dopo la sua scarcerazione.
E’ l’occasione, per Festa, ospite nella sede dell’associazione Solofra Libera, di fornire tutte le sue verità sull’inchiesta che lo ha coinvolto, partendo da un punto fermo: “Ad Avellino è successo qualcosa di straordinario: c’è stato un sindaco accusato dei peggiori reati, eppure la città mi ha votato lo stesso e mi ha fatto vincere. E questo non capita mai. Le persone hanno creduto in me e non alle false notizie che sono state diffuse in campagna elettorale. Abbiamo fatto un’impresa senza precedenti e non posso non ringraziare uno a uno tutti gli avellinesi, così come il mio gruppo di eroi, le persone che ci sono state mentre altri sono scappati”.
In quasi un’ora di discorso Festa non cita mai direttamente la sua ex vicesindaca e attuale sindaca Laura Nargi, appellandola come “Il sindaco indicato dalle liste in continuità con la vecchia amministrazione. E lo dice il Gip non io”: precisa prima di tornare sulla notizie diffuse in campagna elettorale. “Improvvisamente – denuncia – c’è stata una dissenteria di notizie. I rapporti tra magistratura e stampa vanno descritti perché quest’ultima rischia di pagare a caro prezzo la sua complicità che è stata strumento di diffamazione. Io – rimarca – conosco bene la verità. Ci sono state ricostruzioni false, falsità e porcherie varie e intanto la città ha creduto in me. Ma chi ha detto tutte quelle porcherie dovrà ingoiarle. E quando succederà mi farò tante risate”.
Non manca un passaggio sulla sua gestione amministrativa nei cinque anni in cui ha indossato la fascia tricolore: “Ho guidato un gruppo di eroi che non si è limitato a sollevare le mani come accusa l’opposizione. Grazie a loro sono riuscito ad amministrare con scelte coraggiose, rivoluzionando la città. Ho cacciato i mercanti fuori dal tempio. La mia visione è così alta che non tutti l’hanno colta. Dopo cinque anni, avrei potuto vincere con il 70-80% dei voti, convincendo tutti sulla buona amministrazione, al di là del colore politico. Nessun avellinese avrebbe potuto lamentarsi. L’unico modo per fermarmi era un altro”. E ancora: “Siamo tornati capoluogo. Avellino ha ritrovato appeal commerciale. Nuovi marchi in città hanno investito come McDonald, Burger King e H&M. Con Fuksas ho portato Maradona in città. Abbiamo sbloccato tutti i cantieri. Da due anni è completo anche il tunnel, mancano solo le autorizzazioni. L’unico rammarico è che hanno sospeso e non fermato tutto questo, ma – e qui parafrasa una sua frase dello scorso Capodanno – le cinture sono ancora ben allacciate, aspettiamo solo di prendere il volo. Dobbiamo solo riprendere e completare l’opera”.
Infine sullo sport: “Ho costituito la DelFes vent’anni fa e ora l’ho portata in A2”. Sul calcio: “La famiglia D’Agostino va ringraziata. Non si spendono 10-12 milioni all’anno se non c’è la passione. Sono contento per Raffaele Biancolino e mi auguro che il Pitone porterà la squadra in alto. Se lo merita. Lo stadio nuovo? Ad Avellino siamo autolesionisti: ci lamentiamo del privato, ma nessuno dice nulla sui soldi regionali dati a Salerno”.