Tumori e guarigione: circa il 70% degli italiani sconfigge il male

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Dati rincuoranti giungono dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) relativamente alle guarigioni dal “male del secolo”, il tumore. Attualmente infatti, è circa il 70% degli italiani (percentuale cresciuta negli ultimi dieci anni di ben 15 punti percentuali) a riuscire a guarire dalla malattia grazie a più tempestive diagnosi e a un generale miglioramento delle cure.

Nel corso del 2015 sono stati stimati in 363mila i nuovi casi di cancro nel Paese, con una possibilità superiore al 50% di guarigione. Tale percentuale cresce ulteriormente fino a raggiungere il 91% per il cancro alla prostata e l’87% per quello alla mammella, le due neoplasie più diffuse rispettivamente fra gli uomini e le donne.

Oggi in Italia sono circa tre milioni le persone che vivono con una diagnosi di tumore, mentre due milioni hanno sconfitto la malattia. Stando agli ultimi dati, il tumore che provoca il numero maggiore di decessi è quello al polmone (33.538), a seguire al colon-retto (19.202), al seno (12.004), al pancreas (10.722), allo stomaco (10mila) e alla prostata (7.282).

Per quanto riguarda la popolazione femminile, nonostante gli ottimi risultati sul fronte della sopravvivenza, è il tumore alla mammella a provocare più decessi a causa dell’elevata incidenza. Tra gli uomini invece si tratta del tumore al polmone (rappresenta il 15% dei decessi fino ai 49 anni, il 30% tra 50 e 69 anni e il 27% tra gli over 70).

Ma se per quanto riguarda le cure si evidenziano grandi passi in avanti, sottolineano gli esperti, sul fronte della prevenzione risulta ancora necessario fare molto, con il 40% dei casi che potrebbe essere evitato se solo si desse maggiore importanza all’aspetto della prevenzione. L’Aiom evidenzia infatti che in diversi casi il tumore potrebbe essere evitato già a partire dall’adozione di uno stile di vita più corretto e sano, basato ad esempio su una dieta equilibrata e su una costante attività fisica, abbandonando l’abitudine del fumo come pure tramite una maggiore diffusione dei vaccini preventivi, come quello anti Hpv.

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