Avellino – Costoni di roccia e dirupi, sentieri di montagna e persino una vecchia miniera spacciati per pascoli in modo da ottenere i finanziamenti che l’Unione europea riserva alla zootecnia: era semplicissimo il meccanismo che ha permesso all’organizzazione smantellata dal Corpo Forestale dello Stato di mettere a punto una truffa ai danni dell’Ue che in soli due anni ha fruttato almeno 4,5 milioni di euro. Un raggiro che, secondo gli inquirenti, e’ solo la punta di un fenomeno molto piu’ diffuso. L’operazione, che vede coinvolte una sessantina di persone, ha portato per il momento all’arresto in sette regioni (Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio e Campania) di 27 persone (12 in carcere, 14 ai domiciliari e una con l’obbligo di dimora) accusate a vario titolo di associazione a delinquere, truffa aggravata, falso ideologico. Ancora, risultano eseguite le custodie cautelari nelle seguenti regioni: Trentino 7 (Trento); Veneto 4 (1 Verona, 2 Padova, 1 Venezia); Emilia Romagna 4 (3 Modena, 1 Piacenza); Lombardia 6 (5 Brescia, 1 Bergamo); Campania 1 (Avellino). I provvedimenti sono stati firmati dal Gip del tribunale di Verona Marzio Bruzio Guidorizzi su richiesta del pm Giulia Labia. Sono state inoltre compiute 52 perquisizioni e sequestrati 19 conti correnti bancari. ”La piu’ grande operazione di questo genere in Italia” l’ha definita il Ministro per le Politiche Agricole e Forestali Gianni Alemanno, esprimendo ”grande soddisfazione” per il lavoro dei Forestali. Il buon risultato ottenuto, aggiunge il Ministro, ”dimostra l’efficacia dei controlli messi in campo per tutelare chi fa impresa in modo corretto dalla concorrenza sleale di chi opera in modo illecito, tutelando anche indirettamente l’occupazione regolare nel settore zootecnico”. L’inchiesta e’ partita 15 mesi fa da un controllo di routine in un’azienda agricola di Rovechiara, nel veronese, che aveva chiesto e ottenuto i fondi comunitari: una verifica piu’ attenta ha permesso ai Forestali di scoprire che la ”dichiarazione di disponibilita’ dei terreni” – il documento che permette di calcolare il rapporto bestiame/pascolo previsto dalle norme e che determina l’ammontare dei finanziamenti – era palesemente falsa. I terreni che l’azienda sosteneva di avere in Abruzzo non solo erano infatti meno estesi di quello che invece era stato certificato, ma i diritti di godimento erano parziali e in alcuni casi addirittura inesistenti. Nella truffa e’ coinvolta anche una cooperativa abruzzese controllata da una famiglia di allevatori trentini. La cooperativa aveva il compito di trovare nella regione terreni demaniali da subaffittare illegalmente ad aziende agricole italiane che se ne servivano poi per ottenere i finanziamenti europei. Proprio in Abruzzo sono state arrestate tre persone, mentre un’altra decina sono state denunciate. Il cervello dell’organizzazione, hanno spiegato gli investigatori, era invece in Trentino, dove sono stati ammanettati sette imprenditori. ”Le truffe allo Stato e alla Comunita’ Europea sono un fenomeno silenzioso, strisciante, che non solleva polvere – dice il direttore della divisione di polizia ambientale del Corpo Forestale dello Stato Ugo Mereu – Un fenomeno, soprattutto, che determina uno scarso allarme sociale perche’ in apparenza tocca tutti e nessuno”. In realta’, conclude, ”assistiamo a truffe diffuse che hanno un peso economico enorme sugli enti pubblici, che sono in grado di alterare gli equilibri di mercato e di minare la fiducia di chi fa impresa in modo leale e corretto”. Parole confermate dai dati: nel 2005, nel settore della repressione delle frodi alla Ue nel campo agrozootecnico e forestale, sono stati effettuati dagli uomini della Forestale oltre 6.500 controlli relativi a 5.100 persone, che hanno portato a scoprire 41 reati di frode.
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