“Trivella tua sorella”, polemiche sulla campagna per il sì al Referendum

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Non in primo piano il referendum, bensì uno slogan “sessista”.

Mentre i comitati contro le trivellazioni nel mar Adriatico sono impegnati a sensibilizzare sulla consultazione del 17 aprile prossimo, a fare polemica è l’agenzia di comunicazione pugliese BeShaped che in rete ha rilanciato la campagna per fermare le trivellazioni con il messaggio: “Trivella tua sorella. Se l’ami non farle del male”.

Il logo è una donna a quattro zampe con a fianco il disegno di un impianto per l’estrazione del petrolio e l’idea è nata online da alcuni utenti che hanno scritto in dialetto “trivella mammt”.

L’iniziativa è stata inondata dalle critiche, soprattutto sui social, e l’agenzia è stata costretta alle scuse pubbliche e a rimuovere il responsabile.

Ma anche le giustificazioni della discutibile campagna “pro Sì” sono state molto contestate: “Il nostro intento”, questo il post sul profilo Facebook dell’agenzia, “era quello di associare lo stupro che si vuole fare dei nostri mari, per motivi legati esclusivamente agli interessi economici di pochi, alla violenza che viene usata contro il corpo di una donna. ‘Se vuoi stuprare il nostro mare, cui siamo legati per cultura, tradizione, amore viscerale, perché allora non fai la stessa cosa a tua sorella, intesa come una persona alla quale sei intimamente legato, alla quale non faresti mai del male?’. Questo era il senso per noi dell’operazione”.

 

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