Un territorio difficile, si diceva. “Andiamo avanti da circa 30 anni con amore e passione – ammette Puccio Fischetti – Abbiamo ereditato tutto quanto dai nostri genitori, siamo ormai giunti alla terza generazione di ristoratori ma va detto che questo è un lavoro assai sacrificante. Andare avanti è sempre più difficile. Noi lo facciamo perché abbiamo seminato in un certo modo e oggi raccogliamo i frutti del nostro operato, anche se non come vorremmo propriamente”.
E ancora. “Ogni realtà del nostro settore deve avere una propria identità. Il nostro è stato un percorso graduale nel tempo. I nostri clienti arrivano oggi dalle vicine province di Salerno, Napoli, Bari ma si fermano anche giapponesi, russi e statunitensi. Chi viene all’Oasis a Vallesaccarda lo fa perchè trova qualità. Non abbiamo però mai allontanato i nostri vecchi clienti, con loro e con i loro eredi facciamo viaggiare i nostri piatti nel tempo, rivisitando ciò che proponevamo finanche nel lontano 1988”.
IL FUTURO DELLA RISTORAZIONE – “Ai giovani irpini che intendono intraprendere una attività di ristorazione consiglio di fare un passo indietro, di ragionare e di pensare piuttosto alla valorizzazione dei prodotti della nostra terra, perché diventa sempre più difficile per noi riuscire a recuperare oggi anche solo uova di gallina. Eppure, la nostra terra propone risorse e prodotti che andrebbero esaltati e coltivati. Intorno a noi è un fiorire di ristoranti e agriturismi ma il flusso di persone resta sempre lo stesso. Ho ammirato molto le iniziative di giovani chef come Cristian Torsiello o Antonio Pisaniello ma chi va per ristoranti e agriturismi, come negli itinerari enogastronomici in Toscana o Umbria, vuole portare via qualcosa da quel posto: questo è quanto ci prefissiamo per i nostri clienti, ovvero lasciare nella loro memoria una impronta della nostra terra”.
Intanto la prossima settimana verrà presentato il nuovo menu di Oasis Antichi Sapori. Fischetti conclude la chiacchierata con una anticipazione: “Restano vivi i piatti della tradizione, come il ‘lardo, cacio e pepe’, ma abbiamo voluto studiare e proporre parallelamente un menu che abbia un occhio di riguardo alla cultura vegetariana e vegana, sempre più diffuse, con l’introduzione della pasta fatta in casa integrale ma anche di un hamburger di legumi”.
di Antonio Pirolo