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Tra Tarsu e Assoservizi il Comune di Avellino rischia grosso

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Nonostante la revoca dell’affidamento ad Assoservizi per gli accertamenti e le riscossioni della Tarsu, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, il Comune di Avellino rischia di dover pagare forti risarcimenti che sarebbero micidiali per le sue casse.

In attesa delle controdeduzioni della società rappresentata da Attilio Ortenzi, l’avvocato Adriano Maffeo, che insieme al collega Massimo Passaro nei giorni scorsi ha avviato una Class Action nei confronti del Comune di Avellino, spiega quali potrebbero essere gli scenari futuri a cui andrà in contro l’amministrazione comunale.

Avvocato Maffeo, perché non basta revocare l’affidamento ad Assoservizi?

Con la revoca si evita che il danno si ripeta, ma il provvedimento del Comune non inciderà sulle cartelle inviate da Assoservizi tra la fine del mese di dicembre e gli inizi di febbraio. Queste cartelle, quindi, laddove non siano state impugnate entro i 60 giorni – ed insieme all’avvocato Massimo Passaro ne abbiamo impugnate circa un centinaio – restano valide.

Tutto ruota sempre attorno all’affidamento della concessione

Adriano Maffeo Avvocato

Esattamente. Sono fermamente convinto che l’affidamento del servizio di accertamento e riscossione dei tributi TARSU ad Assoservizi non sia regolare. Nella delibera di giunta 83 del 2014, il Comune di Avellino, facendo leva sull’articolo 57 del codice degli appalti, ha proceduto ad un affidamento diretto di un servizio che non sarebbe potuto essere affidato con questa procedura. L’articolo in questione consente all’amministrazione di procedere all’affidamento diretto, ma pone determinate condizioni. Nello specifico richiede che il servizio possa essere affidato ad altri previa regolare gara pubblica, non superi la durata temporale di un anno e che il valore economico del contratto non ecceda il 50% del valore del contratto appaltato con gara. Tutte condizioni che non sono state rispettate.

Detto ciò, secondo lei, cosa avrebbe dovuto fare il Comune di Avellino?

La normativa del codice degli appalti non è altro che la trasposizione di una direttiva dell’Unione europea. L’amministrazione comunale, pertanto, è obbligata ad annullare tutti i provvedimenti contrastanti con tale normativa. Non lo ha fatto e ciò può determinare pesanti conseguenze, anche di lungo periodo.

Si spieghi meglio

Nei confronti dei cittadini che hanno impugnato gli accertamenti dinanzi alla Commissione tributaria, il Comune di Avellino è esposto ad una condanna alle spese processuali. Ma, inoltre, essendo stata violata una norma comunitaria, non è escluso che la Commissione europea, alla quale unitamente all’avvocato Passaro abbiamo inoltrato una segnalazione, apra una formale procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano che, a sua volta, potrà agire in rivalsa nei confronti dell’amministrazione responsabile. Questo implica che tutti i cittadini che hanno subito – e pagato – un accertamento illegittimo, potranno agire per il risarcimento.

L’ingegnere Ortenzi, in una recente intervista ha dichiarato che gli errori commessi dalla società sarebbero circa 16 su 3.500 accertamenti. Concorda?

Assolutamente no. Nell’analizzare le numerose cartelle che i cittadini ci hanno sottoposto, ho potuto constatare che gli errori sono molteplici. Si va dalla questione relativa all’applicazione del tributo anche ai sottotetti di altezza inferiore al metro e cinquanta, sino a casi più clamorosi di accertamenti inviati a persone defunte, o per immobili demoliti. Quel che è certo è che gli errori sono molti di più. Se, tuttavia, come sostiene Ortenzi, con gli accertamenti effettuati sono stati individuati degli evasori totali, che negli anni non hanno mai pagato il tributo, è giusto che queste persone siano adeguatamente perseguite.

A che punto è la class-action avviata da lei e dall’avvocato Passaro?

L’azione di classe avviata nell’interesse dei cittadini è stata praticamente già vinta. A differenza della class action a tutela dei consumatori, l’azione di classe nei confronti della Pubblica amministrazione ha come obiettivo quello di ripristinare la legalità di un servizio o i livelli adeguati di qualità dello stesso. La revoca della concessione operata dal Segretario Generale, almeno, pone un primo rimedio.

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