Toni Ricciardi presenta il suo ultimo lavoro dedicato alla catastrofe di Mattmark

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Ieri alle 18.30 presso la libreria Mondadori di Avellino Toni Ricciardi ha presentato il suo ultimo lavoro “Morire a Mattmark. L’ultima tragedia dell’emigrazione italiana”. Hanno partecipato Luigi Mascilli Migliorini, Accademico dei Lincei – Università Orientale di Napoli, Valentina Paris, Commissione lavoro – Camera dei deputati, il sindaco di Lioni Rodolfo Salzarulo ed il neo consigliere regionale Carlo Iannace.

La presentazione dell'ultimo lavoro di Toni Ricciardi
La presentazione dell’ultimo lavoro di Toni Ricciardi

Storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra, co-direttore della collana “Gegenwart und Geschichte/Présent et Historie” (Seismo), Toni Ricciardi ha pubblicato, tra l’altro, “Associazionismo ed emigrazione. Storia delle Colonie Libere e degli Italiani in Svizzera” (Laterza 2013) dove racconta la presenza italiana in Svizzera a partire dal secondo dopoguerra e durante tutta la fase della Guerra fredda. L’ultimo lavoro è dedicato alla catastrofe di Mattmark:

“A Mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un’imponente diga capace di produrre l’energia necessaria a un paese, la Svizzera, che stava vivendo una crescita economica senza precedenti. Nel cantiere lavoravano più di mille persone, in maggioranza straniere e provenienti soprattutto dalla provincia italiana. La «piccola» Svizzera accoglieva da sola quasi il 50 per cento dell’intero flusso migratorio italiano, dando occupazione a operai impegnati in grandi opere, come la diga di Mattmark. Ma il 30 agosto 1965, in pochi secondi, accadde l’irreparabile: «Niente rumore. Solo, un vento terribile e i miei compagni volavano come farfalle. Poi ci fu un gran boato, e la fine. Autocarri e bulldozer scaraventati lontano». A parlare è uno dei sopravvissuti intervistati nel libro, uno dei testimoni della valanga di più di 2 milioni di metri cubi di ghiaccio che seppellì 88 lavoratori. Di questi, 56 erano italiani” – si legge nella sinossi del libro.

Così Toni Ricciardi a margine dell’incontro:

“Purtroppo, come spesso accade ancora nella storia recente, quando accadono le catastrofi cambia sempre qualcosa. Sono momenti di cesura netta nella storia dei paesi coinvolti, nella vita delle persone coinvolte e nelle dinamiche sociali. Si è verificato infatti un cambiamento nella sicurezza, nell’analisi e nel monitoraggio dei cantieri e dei ghiacciai, oltre che nella percezione dell’altro. Dopo Mattmark cambiò il modo di intendere gli italiani in Svizzera che allora era stimato in mezzo milione di presenze – ha concluso Ricciardi.

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