Todisco, alla fine è arrivata la richiesta di sfiducia a De Blasio con 54 firme…
“Una mozione di sfiducia firmata da 54 delegati che avvertono la necessità di fermare il caos nel quale è precipitato il partito. C’è una situazione di ingovernabilità che va risolta. Avrebbe potuto e potrebbe risolverla il segretario con un atto di dignità e di responsabilità, dimettendosi. Dimissioni che dovevano già essere presentate non per questa mozione ma per altre ragioni.
Perché la maggioranza si è sfaldata, perché il segretario è riferimento di una maggioranza che ha sbagliato ogni scelta e perché adesso ci troviamo in una situazione così confusionaria da non consentire il funzionamento degli organismi dirigenti. È un atto dovuto alla nostra comunità di iscritti e di elettori. E alle comunità che governiamo con amministratori che hanno bisogno di essere orientati dalla politica.”
De Blasio, in una recente intervista a Irpinianews, ha detto che è stato pugnalato alle spalle da chi è stato beneficiato dall’assemblea del 24 aprile scorso in cui vennero definite le candidature per le Regionali ed in cui si sfiorò la rissa. Quello che accadde quella sera all’Ex Asilo Patria e lavoro la riguarda molto da vicino, qual è la sua opinione?
“Che sono tardive le sue dichiarazioni così come lo sono le ammissioni di De Luca e Venezia. Ogni protagonista di quella vicenda dovrebbe provare vergogna e non perché non sia stato candidato, nel Pd, Todisco, ma perché hanno offeso il loro ruolo e la comunità che rappresentano. Ognuno dovrebbe vergognarsene, anche chi in quell’assemblea si indignava e oggi si ritrova sorridente ad applaudire gli interventi di chi si pente il giorno dopo. Anzi ancora di più questi ultimi.”
De Blasio ha definito l’ accordo che lei ha stipulato con la D’Amelio per la mozione di sfiducia un’intesa tra il diavolo e l’acqua santa per farlo cadere e che dietro questo accordo c’è solo una mera logica di spartizione di poteri. Come risponde?
“Che non si tratta di fare accordi per far cadere De Blasio. Il segretario nella sostanza politica, non in quella delle forme, è già stato sfiduciato. Ribadisco non c’è in atto una partita fra due squadre di calcio, contro e pro De Blasio, stiamo parlando di un partito bloccato. Fermo e che assiste impotente a ciò che sta accadendo in città, in tanti comuni, negli enti di servizio, nell’Ato rifiuti, nei suoi luoghi di militanza. Abbiamo bisogno che il partito torni a essere un luogo di discussione e di decisione.
Il segretario, prima di tutto, guarda al bene della comunità che rappresenta e deve comprendere se la sua figura rappresenta un ostacolo. Davanti a una situazione del genere, se il segretario non riesce a percepire questo elemento vuol dire che ha perso ogni contatto con la comunità che governa.”
Riuscirete a portare 51 persone in carne ed ossa alla prossima assemblea (la terza in poco più di un mese) che, a quanto pare, sarà convocata la prossima settimana?
“Se il segretario non dovesse avvertire la responsabilità di cui ho parlato, dimettendosi, ci saremo. I delegati che fanno riferimento all’area politica che rappresento vengono da una storia che ha costruito una linea politica alternativa alle scelte sbagliate che ci hanno portato in questa condizione. I nostri giudizi stanno lì. Se sarà necessario questo passaggio noi staremo lì per chiudere anche formalmente una pagina.”
Se la fase De Blasio è terminata, dove si pone politicamente Todisco in vista dell’eventuale nuovo congresso?
“Intanto, c’è bisogno che questa fase termini. Successivamente proveremo a costruire la nostra idea di Pd anche in Irpinia. Un Pd che sia guida, consapevole della propria forza ma senza alcuna presunzione di autosufficienza, per un centrosinistra rinnovato.
Un centrosinistra che si sperimenti non soltanto con le forze politiche esistenti, anche dei nostri compagni che hanno deciso di abbandonare il Pd, ma anche con le tante energie che ci sono nelle nostre città e nei nostri paesi, che provano a far vivere i nostri valori nell’impegno civile, sociale, culturale, intellettuale. Un campo largo di centrosinistra. I nostri alleati li incontreremo su questa strada.”
De Blasio ha detto che la questione partito non è slegata dai fatti che riguardano Palazzo di Città, parlando di “pressioni nei confronti di Foti”. Come se ne esce, se esiste una via di uscita?
“Se ne esce con un Pd che faccia la propria parte, che sia messo nelle condizioni di tornare a fare la propria parte. Uscendo da questo caos e ritornando a essere un luogo nel quale sia possibile discutere, confrontarsi e decidere. Un Pd che decida di fare quest’operazione semplice: togliere la città di Avellino dallo scacchiere degli enti e delle ambizioni.
Un Pd che con umiltà ascolti la sofferenza, la delusione, le idee, la passione e le intelligenze degli avellinesi. Ed elabori proposte. Questo Foti non può farlo, non solo per i limiti amministrativi che ha palesato, ma perché nessuno può farlo senza un partito capace di orientare il governo della città.”