“A seguito del secondo rinvio della udienza relativa all’azione promossa dal Prefetto di Avellino nei miei confronti per la questione relativa alla rielezione per la terza volta consecutiva alla carica di Sindaco, mi sento in dovere di fare qualche precisazione sulla vicenda per non dimenticare il punto di partenza della questione. La scorsa primavera, sulla base di un verdetto che riguardava il Sindaco di Saleranno Canavese, l’Anci (Associazione Nazionale partecipata oltre che da tutti i Comuni Italiani anche dal Ministero dell’Interno!!) e l’Anpci (Associazione dei piccoli Comuni) invitavano tutti i sindaci in scadenza al secondo mandato a ricandidarsi sulla base di una serie di considerazioni riguardanti l’opportunità di condurre una battaglia democratica che vedeva la figura del sindaco e del Presidente della Provincia penalizzati rispetto ad altre cariche elettive come quella del Presidente della Regione o del Parlamentare che non avevano limite alcuno per la rielezione. La ricandidatura veniva sollecitata sulla base di una effettiva carenza della normativa vigente, ossia il fatto che la norma vigente prevede la ineleggibilità, ma non preclude la candidabilità a sindaco per la terza volta consecutiva. Sulla base di innumerevoli sollecitazioni da parte delle citate Associazioni Nazionali, trenta Sindaci sfidarono la legge e ben venti vennero rieletti al terzo mandato in tutta Italia. L’accavallarsi delle elezioni politiche con quelle amministrative contribuì a creare il clima delle posizioni favorevoli sul piano generale da parte di tutte le forze politiche, che si affannavano tutte indistintamente a sostenere la indubbia iniquità di trattamento a danno dei Sindaci e dei Presidenti delle Province. Seguivano incontri e proclami da parte di singoli esponenti appartenenti alle forze politiche di diverse estrazioni su sollecitazione sempre delle Associazioni Nazionali citate. In questi sei mesi, dopo aver spiegato agli elettori in campagna elettorale le conseguenze amministrative di un’eventuale decadenza, dopo essere stati comunque rieletti con un grande consenso popolare e dopo aver sopportato non pochi attacchi politici da parte di esponenti degli stessi partiti che ci avevano sollecitato a condurre una battaglia di democrazia, oggi ci troviamo praticamente a discutere delle stesse cose di cui si discuteva prima del nostro sacrificio elettorale: ossia se è giusto o non è giusto eliminare il vincolo del terzo mandato ai Sindaci e ai presidenti della Provincia. Senza voler togliere i giusti tempi di riflessione ai nostri rappresentanti in seno al Parlamento, mi sembra che la questione sia stata ampiamente discussa e sviscerata in precedenti occasioni dove le divisioni e le convenienze politiche hanno portato a decidere di non decidere. Ci troviamo quindi in condizioni peggiori rispetto al 2004, quando almeno in una delle due camere era stato approvato l’emendamento all’art. 51 del DL. 267/2000. Nel frattempo la disinformazione porta gli organi di informazione a paventare fantomatici commissariamenti dei comuni (è giurisprudenza consolidata che la mano passa al vice sindaco), a dire che i cittadini pagano perché si torna alle elezioni (dimenticando che la candidatura è ammessa dalla legge e chi sbaglia non è il sindaco che si ricandida, ma il legislatore che non corregge la norma in vigore dal 1993), che i sindaci rieletti sono frutto di una incrostazione di potere (senza sapere che in alcuni casi, come il mio, i sindaci non percepiscono nemmeno l’indennità prevista e in molti piccoli Comuni l’Amministrare è ormai un’arte per la fantasia che richiede in presenza di poche risorse). Io credo che sia ormai giunto il momento che coloro che si sono prestati al gioco, cioè i 20 sindaci oggetto di continui attacchi mediatici e politici, debbano pretendere dai rappresentanti parlamentari e dalle forze politiche, un chiaro ed inequivocabile verdetto sulla vicenda a brevissimo termine; in senso positivo o negativo non importa, purchè si evitino altre vittime politiche sia nell’elettorato passivo che in quello attivo. Ciò sarebbe sicuramente utile anche per evitare che il tanto conclamato divario fra rappresentanza politica ed elettorato divenga un baratro, perché quello che manca alla politica oggi è proprio l’incapacità di dare risposte nei tempi e nei modi giusti. Questo è solo un esempio lampante”. di Eugenio Salvatore, sindaco di Casalbore
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