Irpinianews.it

Terremoto: 38 anni dopo è ancora vivo il ricordo di quei tragici momenti

Marco Imbimbo – Il ricordo di quei tragici momenti che a distanza di 38 anni è ancora forte. Le istituzioni si sono ritrovate in Piazza XXIII Novembre, come ogni anno, per rendere omaggio alle vittime del terremoto dell’Ottanta che stravolse una comunità intera e una provincia con alcune zone che, ad oggi, attendono ancora il rilancio.

Un compito, questo, di cui si dovrà far carico il neo presidente di Palazzo Caracciolo, Domenico Biancardi. «Sperare che oggi un presidente della Provincia possa rimettere in sesto qualcosa che è mancato in Irpinia in 38 anni è una grossa responsabilità – ammette Biancardi. Noi, però, ce la metteremo tutta per dare un aiuto di solidarietà e vicinanza. Ci impegneremo soprattutto per queste aree che hanno subito questo grave lutto».

L’anniversario del Terremoto riporta alla mente quei tragici momenti. «Ognuno di noi ha un ricordo di quella sera e di tante persone che non abbiamo più – spiega Biancardi. E’ un giorno triste e speriamo che da quella esperienza possiamo ricavarne qualcosa per la crescita della nostra Irpinia». Dopo il Terremoto ci furono molti investimenti in Irpinia per rilanciare la provincia, ma tra questi ci fu anche l’Isochimica che, però, è costata la vita a molte persone. Nella giornata di ieri Biancardi ha incontrato gli ex operai anche per parlare del ritorno in città del processo. «Loro si sono meravigliati, perché mi hanno contattato su facebook e io ho confermato l’appuntamento. Abbiamo parlato del possibile ritorno in città del processo, ho dato la mia disponibilità per quanto riguarda il patrimonio della Provincia, a cominciare dalla sala che chiedevano o qualche altra struttura sempre nel Carcere Borbonico per dare la possibilità al pubblico di partecipare. Adesso la palla passa al Tribunale per l’autorizzazione».

Non è passata inosservata l’assenza del sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, alla cerimonia di commemorazione delle vittime del Terremoto. Ad indossare la fascia tricolore in rappresentanza del comune capoluogo, è stato il suo vice, Ferdinando Picariello. «Ricordo bene quel giorno, faceva molto caldo e poi ci fu il finimondo. C’era alta pressione e un cielo terso, un po’ come oggi – spiega Picariello. Quel drammatico minuto e trenta ci ha cambiato la vita e sconvolto per gli anni a seguire, devastando una città. Il ricordo in questo momento è a tutte le vittime e persone che hanno perso i propri cari e la propria casa. In quel momento credo siano venute fuori tante cose come la solidarietà della gente. Sono stati momenti complessi per la città che vale la pena ricordare riconsegnando un messaggio si solidarietà che deve vivere sempre nella comunità».

Quel 23 novembre dell’Ottanta è rimasto impresso nella mente di chi ha vissuto il dramma, nessun dettaglio svanisce dai ricordi, come spiega il presidente del Consiglio Comunale, Ugo Maggio. «Fu un momento realmente drammatico in generale e anche nel personale. La sera, con un amico, ci intrattenevamo in Piazza Libertà dove nelle vasche c’erano i cigni. Ricordo che quel giorno, all’improvviso, uno di essi scappò via. Io e il mio amico, invece ci incamminando lungo il Corso, ma poi la terra cominciò a tremare, la sensazione era che si aprisse sotto ai piedi. Ci fu un boato tremendo. Rivolgendo lo sguardo in alto vidi l’allora palazzo della Lavanderia Americana che stava venendo giù. Strattonai l’amico per evitare le macerie. Allora ci fu una situazione drammatica, crollò tutto intorno e si alzò un polverone. Fu quasi assurdo poter ritornare a casa».

Dopo il dramma, però, ci fu la solidarietà come ricorda Maggio. «Arrivarono aiuti da tutta Italia. Ci fu una situazione dove, da un lato, si viveva un dramma e dall’altro c’era la grande umanità dell’intera nazione».

Exit mobile version