L’alba non è stata dolce per gli operai che continuano il presidio ai cancelli dello stabilimento di Pianodardine.
15 tir hanno fatto ingresso all’interno dell’azienda per caricare i motori da trasportare poi a Cassino per produrre Bravo e Delta. Auto nuove e dai colori sfavillanti che mal si addicono al fango che ricopre gli abiti degli operai che non abbandonano quelle tende nella speranza che qualcosa possa cambiare.
Circa 200 le forze dell’ordine tra polizia e carabinieri che hanno vegliato sull’ingresso dei mezzi pesanti affinchè tutto procedesse in modo regolare “per assecondare desideri che vengono dall’alto”. Ma, seppur la tensione c’era, il senso di civiltà ha avuto il sopravvento. Qualcuno ha tentato di impedire l’uscita con una catena umana sulla strada provinciale, ma 50 persone nulla possono di fronte ad uno spiegamento apparso inspiegabilmente sproporzionato. E così la catena umana è stata rimossa, in maniera decisa, dalle forze dell’ordine. Tanta rabbia e la presa di coscienza che la bambina nulla può di fronte al gigante. “Siamo in 10, ma cosa possiamo mai fare?”.
Altri tre tir varcano i cancelli alle 13.00 accompagnati da un applauso di beffa e scherno. La tensione è alle stelle, qualcuno alza la voce. Ci vanno di mezzo anche i sorveglianti: “Vergognatevi, dite di essere dalla nostra parte ma in realtà non è così”. Eppure qualcuno ha assicurato di averli visti con le lacrime agli occhi. Insomma, quando il dramma diventa ingestibile si cala la testa di fronte all’impotenza che mai come in questo caso ha rappresentato un segno di vittoria morale anche se non pratica.
I camion sono passati. I manganelli c’erano, ma alla Fma ha vinto l’orgoglio di una classe operaia che sa opporsi in maniera forte e decisa ma nello stesso tempo con molta civiltà.
Redazione Irpinia
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