Marco Imbimbo – Mettendo da parte le polemiche sulla passata gestione del “Gesualdo”, è tempo di guardare al presente. Anche perché, a questo punto, spetterà a Procura e Corte dei Conti fare chiarezza su ciò che è stato prima della messa in liquidazione dell’Istituzione teatro, così come hanno dichiarato sia Foti che Cipriano. Al pari spetterà al tribunale dirimere la vicenda tra i due protagonisti, nata a suon di accuse reciproche e pronta ad approdare a piazzale De Marsico insieme alla querela sporta dal primo cittadino.
Il presente, invece, parla di un “Carlo Gesualdo” che deve riaprire i battenti e la soluzione è a un passo. «Il Teatro Pubblico Campano ha vinto una gara e ci sarà un’interlocuzione con lui», spiega l’assessore alla Cultura, Bruno Gambardella, che preferisce dribblare le polemiche ricordando, giustamente, come la questione della liquidazione non attenga al suo assessorato. Per le prossime due stagioni teatrali sarà il Tpc ad occuparsi del “Carlo Gesualdo”. Non solo da un punto di vista della programmazione, ma di tutta la gestione della struttura.
«Stiamo completando il passaggio di consegne al Tpc», ribadisce, invece, il sindaco Paolo Foti prima di annunciare che «nei prossimi giorni presenteremo la nuova programmazione». Un incontro che si terrà a piazza del Popolo insieme al management del Teatro Pubblico Campano.
Un cartellone che non riguarderà solo la stagione 2018-19, che comincerà ad ottobre, ma potrebbero esserci delle sorprese anche in questi mesi, come spiega Gambardella. «Non mi arrendo di fronte alla possibilità, non dico di fare una mini-stagione, ma almeno realizzare qualche evento per questo periodo primaverile-estivo».
C’è un aspetto nella querelle teatro, invece, su cui l’assessore alla Cultura vuole fare chiarezza: «Non è vero che è chiuso da due anni come sostiene qualcuno. A fine ottobre dello scorso anno abbiamo fatto una rassegna teatrale (Sipari aperti, ndr). Insomma, è stato chiuso solo negli ultimi mesi in cui abbiamo anche effettuato dei lavori importanti sulla struttura».