Teatro, l’opposizione attacca: un disastro creato dall’amministrazione

0
247

«Sono avvilito, non c’è un futuro». «L’unica certezza è che il teatro è chiuso». «Si sta avverando quello che diciamo da quattro mesi». Alberto Bilotta (UDC), Giancarlo Giordano (Si Può) e Dino Preziosi (La Svolta) non usano mezzi termini per commentare l‘esito dell’incontro tra capigruppo e comitato di gestione del Gesualdo, sul futuro del teatro.

Una riunione resasi urgente dopo che è venuta fuori la volontà dei membri del comitato di dimettersi perché non messi in condizione dall’amministrazione di portare avanti il loro compito e, quindi, organizzare la nuova stagione teatrale.

«Oggi ci troviamo con una massa debitoria senza, però, impegni di spesa a bilancio – spiega Preziosi. Il commissario sta provando a liquidare, ma non so quanto ci impiegherà né si sa ancora se questa convenzione triennale con il TPC esista o meno. Inoltre manca un coordinamento tra l’amministrazione, nella figura dell’assessore alla Cultura, e il teatro. Come opposizione siamo preoccupati perché volevamo che il teatro rimanesse aperte, ma siamo a fine settembre e non sappiamo ancora se dovrà essere fatta una gara per affidare la nuova stagione teatrale».

In caso di bando, tra l’altro, i tempi si allungherebbero ulteriormente arrivando, forse, solo ad inizio anno per avere un cartellone teatrale.

«La situazione è molto difficile –prosegue Preziosi. A questo punto sarebbe giusto che qualcuno dell’amministrazione si assumesse la responsabilità della mancata realizzazione della stagione teatrale per il semplice fatto che noi, circa 4 mesi fa, avevamo annunciato quello che oggi è stato detto in conferenza dei capigruppo. Invece la maggioranza ha deciso di adottare una linea che, come detto anche dal comitato di gestione, si è dimostrata fallimentare».

Sulle scelte adottate da maggioranza e amministrazione, negli ultimi mesi, Preziosi rincara la dose: «Quattro mesi fa li avevamo avvisato  di stare operando scelte sbagliate, a cominciare dai debiti fuori bilancio che non potevano essere riconosciuti perché non sussiste il principio dell’arricchimento per l’ente. Poi ci sono costi sostenuti senza un impegno di spesa. Non dimentichiamo che la maggioranza che non volle approvare la delibera con il resoconto dei debiti redatta dal segretario generale. Tutto ciò ha portato alla mancata approvazione del bilancio 2015 del teatro. La situazione è drammatica».

Al momento, dunque, l’unica cosa certa è che il teatro è chiuso, come sottolinea Bilotta: «Prima si cercava il capro espiatorio con l’ex presidente Cipriano, ora si cerca di aprire il teatro ma non si sa come».

Per Giancarlo Giordano, invece, la vicenda in cui è precipitato il Gesualdo rientra nel «solito scontro interno al Partito Democratico. Se questo deve essere, ce lo dicessero senza farci perdere tempo. Alla fine, tutta questa schifezza di situazione, è determinata da uno scontro perenne dentro al Pd, prima con Cipriano e oggi Gambardella».

Guerre di partito a parte, l’unica certezza è che il Comitato di Gestione, anche durante l’incontro odierno, non ha ottenuto le risposte che cercava: chiarezza sui fondi a disposizione per poter organizzare il futuro del teatro, così come denunciano i componenti nella lettera di dimissioni pronta, ma non consegnata.

«Ho chiesto a loro di non annunciare le dimissioni per l’ennesima volta, noi di annunciatori seriali e professionali già ne abbiamo – sottolinea Giordano. Non chiedessero a noi di essere responsabili, ma lo siano loro visto che hanno il potere e il dovere di esserlo. Facessero quello che devono fare cioè seguire la legge per la procedura di liquidazione, che tradotto significa gestire un fallimento politico, amministrativo e culturale».