Sviste arbitrali, buu razzisti e violenza gratuita: l’altra faccia di Como-Avellino

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GHEZZAL COMO-AVELLINO CALCIO SERIE B 2015-16 COMO FOTO CUSA 19-12-2015

Tutto è bene quel che finisce bene, o quasi. L’Avellino sbanca Como ma insieme ai suoi tifosi urla per coprire le voci che hanno stonato nel coro trionfale cantato al Sinigaglia. In campo, sugli spalti e fuori dallo stadio: Como-Avellino ha mostrato il suo lato più cupo che in qualche modo invita a riflettere nonostante l’exploit sulle rive del lago.

Dischetto, questo sconosciuto. Rigore è quando arbitra fischia diceva Vujadin Boskov, ma l’Avellino vorrebbe che lo fosse anche quando c’è un effettivo ed evidente danno procurato in area di rigore. A maggior ragione se nell’arco di novanta minuti, come quelli di Como, gli episodi incriminati sono due: la rotta di collisione tra Scuffet e Bastien sotto la curva dei tifosi irpini nel primo tempo e l’atterramento di Nica dopo lo slalom gigante partito da centrocampo nella ripresa.

L’arbitro La Penna ha lasciato correre (o meglio ha dapprima concesso il calcio d’angolo e poi decretato la rimessa dal fondo) nel primo caso e ammonito per simulazione il rumeno nella seconda circostanza, facendo scattare in piedi per proteste la panchina con conseguenze disciplinari per Soumarè, allontanato dal campo (a detta di Tesser non è stata del giovane belga la parolina di troppo pronunciata).

Dunque l’Avellino lamenta altre sviste arbitrali in una stagione davvero sfortunata – per usare un eufemismo – con gli arbitri. L’elenco dei torti subiti si allunga mentre si restringe sempre di più il novero delle formazioni che non hanno ricevuto rigori a favore in questo campionato. Insieme ai lupi ci sono lo stesso Como e la Ternana, mentre le altre diciannove squadre hanno beneficiato tutte di un tiro dagli undici metri. L’Avellino non chiede regali, ma l’applicazione del regolamento.

No to racism. L’inciviltà di pochi che stride con i sani valori della maggioranza. Como-Avellino è stata anche la partita dei buu razzisti lanciati da una parte della curva comasca all’indirizzo di Samuel Bastien nel secondo tempo. Una, due, tre volte a partire dal fallo subito del belga e che ha creato i presupposti per la sassata di Nitriansky.

Una condotta censurabile davanti alla quale si spera che la quaterna arbitrale e gli uomini della procura federale non abbiano soprasseduto. Se ne saprà di più alla pubblicazione del comunicato ufficiale del giudice sportivo. Sta di fatto però che i buu verso Bastien si sono sentiti forte e chiaro e non sanzionarli sarebbe un grave errore nella lotta al razzismo legato al mondo dello sport.

Violenza gratuita. Un tifoso dell’Avellino non ha potuto festeggiare il successo della propria squadra a causa di una vile aggressione subita al termine della partita. L’uomo sarebbe stato raggiunto da uno o più tifosi del Como e colpito con un pugno sotto gli occhi dei propri figli. Immediato il trasporto in ospedale con ferite giudicate guaribili in pochi giorni. Un gesto deprecabile e che ha rovinato la festa del popolo biancoverde trasferitosi per un pomeriggio sulle sponde del Lago di Como per spingere i lupi verso la vittoria.

Probabilmente l’imponente e previsto afflusso di sostenitori irpini – cinquecento quelli destinati al settore ospiti, oltre un centinaio quelli con il biglietto di tribuna – avrebbe dovuto essere veicolato con maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine che non hanno consentito a tutti i tifosi biancoverdi di parcheggiare i propri mezzi nella zona presidiata all’esterno del settore ospiti.

 

 

 

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