AVELLINO- La decisione dei giudici del Tribunale del Riesame per le misure reali di Avellino (collegio Galeota) finirà davanti ai giudici della Corte di Cassazione. Ad impugnare l’ordinanza che ha annullato il sequestro bis del telefonino del dirigente comunale Gianluigi Marotta per mancanza del fumus commissi delicti (la gravità indiziaria) sull’ipotesi di falso sono stati il Procuratore della Repubblica Domenico Airoma e il sostituto Paola Galdo, i due magistrati che coordinano l’inchiesta del Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino sull’affidamento del concertone del 16 agosto 2023 ad una società avellinese, che aveva da poco ottenuto l’esclusiva per Achille Lauro, Tananai e Gaia, i tre artisti esibiti nell’occasione in Piazza Libertà.
LA DECISIONE DEL RIESAME
Cosa avevano scritto nella loro ordinanza di annullamento i giudici del Riesame? Per il collegio infatti, come aveva sostenuto anche la difesa di Marotta, il penalista Giuseppe Saccone, nell’impugnare il decreto di sequestro, non si ravvisa la gravità indiziaria del contestato falso nella determina 2528, finita nel mirino dell’inchiesta . Stesso discorso per le (presunte) violazioni dell’art. 50 D.Igs 36/23 contestate a Marotta per aver
attestato falsamente nella delibera la sussistenza delle condizioni necessarie per l’affidamento alla East Side delle ulteriori attività necessarie per lagestione dell’evento,quali servizi di security’, ospitalità, luci, video,in quanto la predetta società era priva della documentazione che ne comprovasse l’esperienza pregressa in tali settori, requisito richiesto dall’art. 50 c. 1 lett. a) d.lgs. cit..Nella delibera “incriminata” il Marotta non ha pero’ attestato affatto che la East Side abbia documentato l’`esperienza pregressa relativamente alle attività di cui sopra, limitandosi a dare atto di aver di aver effettuato le sole verifiche ex artt. 94 e 95 dlgs. 36/23 . Anche qui, come nella precedente contestazione, sarebbe stato al massimo ravvisabile l’abrogato abuso in atti d’ufficio e per i magistrati non c’e’ alcuna falsità ideologica. Una decisione, quella dei giudici del Riesame, che di fatto colpisce il quadro indiziario nei confronti dei quattro indagati del procedimento cosidetto Summer Festival, insieme a Marotta ci sono anche i riferimenti delle East Side e l’ex assessore comunale Stefano Luongo, indagati in concorso per la presunta ipotesi di falso.
IL RICORSO DELLA PROCURA
I magistrati di Piazza D’ Armi hanno contestato un’omessa motivazione da parte del Riesame limitatamente all’esclusione della gravità indiziaria del reato di falso argomentando che “la
determina n. 2528/23 a firma del Marotta appare semplicemente illegittima perché adottata in contrasto con l’art. 50 comma 1 lett. a). Per i giudici si tratterebbe invece di una violazione dell’articolo 50 comma 1 lettera b. Una differenza che farebbe sussistere per la Procura il reato di falso, in quanto riguardava le ulteriori attività necessarie per consentire l’espletamento della prestazione principale. Si tratta di quelle relative ad ospitalità, viaggi, trasporti, service, audio luci. Per questo la determina avrebbe falsamente ritenuto la sussistenza del requisito previsto dall’art.-50 comma I lett. b) ovvero il possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione della prestazione. Una circostanza falsa per gli investigatori, considerato che la società EAST Side aveva modificato il codice ATECO solo in data 31 luglio 2023 inserendo tra le attività anche le
attività di supporto all’organizzazione di spettacoli musicali e tra il 31 luglio e il 16 agosto non aveva svolto attività legate agli stessi spettacoli. Per cui nessuna pregressa esperienza ed il falso. Su questo punto ci sarebbe l’omessa motivazione dei magistrati del Tribunale del Riesame.
LA DIFESA: RICORSO INAMMISSIBILE E INFONDATO
Per la difesa del dirigente comunale, il penalista Giuseppe Saccone, il ricorso è infondato: si chiede alla Corte di rivalutare il fatto, operazione questa preclusa allorché si ricorra al giudice di legittimità. Ora si attende che venga fissata l’udienza davanti ai giudici della Suprema Corte