Educhiamo i ragazzi, dalle scuole alle curve: lo striscione della Sud contro la violenza sulle donne

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Curva Sud

Arriva in un momento delicato, lo striscione esposto dalla Curva Sud dell’Avellino durante il match contro il Monopoli, vinto 1-0 dalla formazione biancoverde. Arriva nei giorni in cui l’opinione pubblica è ancora scossa dai femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula. Arriva mentre si ridiscute del processo a Filippo Turetta, condannato all’ergastolo per aver ucciso la sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin.

“Educhiamo i ragazzi, dalle scuole alle curve” – scrivono dalla Sud – “Lo dobbiamo alle donne, non lasciamole sole”.
Un segnale importante, la cui voce vale tre volte tanto, poiché proviene da uno spazio e da un mondo (quello dello sport e, in particolare, quello del calcio) spesso ancora fortemente permeato da dinamiche machiste.
E “i ragazzi della Curva Sud” usano le parole giuste, per di più, assumendosi la responsabilità dell’educazione di altri uomini, senza scaricarla – com’è purtroppo opinione comune – sulle donne stesse, senza relegarla a una questione che riguarda queste ultime, e loro soltanto.

E finalmente, anche in Italia, le donne negli stadi aumentano, e rappresentano oltre il 22% delle tifoserie, con la consapevolezza che anche quel luogo, da sempre associato a una passione “maschile”, possa diventare di tutte e di tutti.
Qualche anno fa, nel 2018, durante un match contro il Napoli, tra gli ultras laziali circolò un volantino: “la curva è un luogo sacro e al suo interno non ammettiamo donne”. Parole che, ormai, si spera, sembrano superate. Almeno ad Avellino.