Strage bus, venerdì 20 aprile, i familiari delle 40 vittime saranno dinanzi al Tribunale di Avellino, non solo per attendere l’esito della nuova udienza, ma anche per far sentire la loro voce. Protesteranno perché vogliono una sola risposta: giustizia.
Dal luglio del 2013, giorno in cui il bus precipitò in quel viadotto dell’A16, la loro vita si è fermata. Ora, il loro più grande timore è che i tempi del processo possano dilatarsi ulteriormente in particolare, se il giudice Luigi Buono, richiedesse una nuova perizia per l’esatta ricostruzione dei fatti.
Sotto la lente d’ingrandimento, per i parenti delle vittime, non dovrebbe esserci solo il proprietario del bus Lametta ma anche Autostrade.