Strage Bus, attesa per le richieste di condanna per i vertici di Autostrade

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Renato Spiniello – Dodici anni a Gennaro Lametta, titolare della Mondo Travel, nove anni per Antonietta Ceriola e sei anni e sei mesi per Vittorio Saulino, gli ultimi due funzionari della Motorizzazione civile di Napoli. Queste le richieste dei pm Rosario Cantelmo e Cecilia Annecchini formulate al termine dell’istruttoria dibattimentale del processo sulla strage di Acqualonga, che cinque anni fa costò la vita a quaranta passeggeri su quarantanove di quel pullman della morte.

Le accuse nei loro confronti sono di disastro colposo e falso in atto pubblico. Ma alla sbarra, oltre ai tre appena citati, ci sono altri dodici imputati e si tratta di dirigenti e dipendenti della società Autostrade per l’Italia, che gestisce la tratta dove è avvenuta la tragedia. Per loro le richieste di condanna saranno formulate al termine della requisitoria del capo dei pm irpini, in programma in mattinata nell’Aula di Corte d’Assise di Palazzo di Giustizia.

Omicidio colposo plurimo è il capo d’imputazione loro contestato, reato che, codice penale alla mano, prevede una pena detentiva di base che oscilla dai due ai sette anni. Imputati l’amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, il direttore generale Riccardo Mollo e altri dieci funzionari e dirigenti, ovvero Michele Renzi, Paolo Berti, Nicola Spadavecchia, Bruno Gerardi, Michele Maietta, Gianluca De Franceschi, Gianni Marrone, Massimo Fornaci, Marco Perna e Antonio Sorrentino. I primi due risultano iscritti all’elenco degli indagati anche nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi di Genova. L’accusa, anche in questo caso, è di omicidio colposo plurimo.

Con la dovuta manutenzione delle barriere del viadotto quel bus non sarebbe mai precipitato. Questa la tesi della Procura e del consulente d’ufficio, il professor Felice Giuliani dell’Università di Parma. La responsabilità del mantenimento degli standard di sicurezza è attribuita ai responsabili delle strutture territoriali e, in ogni caso, le spese annue per il mantenimento dell’infrastruttura sono in linea con gli impegni del contratto di concessione. La difesa di Autostrade, che ha comunque risarcito i familiari delle vittime.

Una prima verità processuale sarà stabilita il 21 dicembre, quando il giudice monocratico Luigi Buono sarà chiamato alla sentenza di primo grado. Fino ad allora sono in programma ancora diverse udienze e dal 16 novembre partiranno le arringhe degli avvocati difensori. Intanto il Procuratore Cantelmo, acquisendo nell’ultima udienza la perizia del professor Giuliani al fine di valutare la sussistenza di ulteriori ipotesi di reato, ha lasciato intendere di voler intraprendere un’inchiesta bis sulla sicurezza delle barriere protettive lungo l’intera rete autostradale italiana.