Strage al Tribunale di Milano, ucciso Fernando Ciampi giudice di Fontanarosa

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strage tribunale milano
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Ferdinando Ciampi
Fernando Ciampi

Fernando Ciampi, il magistrato ucciso questa mattina al Tribunale di Milano era originario di Fontanarosa, in provincia di Avellino.

Questa mattina intorno alle ore 11 un uomo, individuato come Claudio Giardiello, 57 anni, residente a Brugherio nell’hinterland milanese ma nato a Benevento, imputato per bancarotta fraudolenta nell’ambito del processo dell’Immobiliare Magenta, ha fatto irruzione nel palazzo di giustizia milanese sparando tra la folla ed uccidendo poi il giudice irpino Fernando Ciampi, freddandolo nella sua stanza, e un avvocato, Lorenzo Alberto Claris Appiani: questi sarebbe il legale del killer, che ha rimesso il mandato scatenando la sua follia omicida.

Il killer si sarebbe nascosto per mezz’ora all’interno del Palazzo di Giustizia, poi è stato inseguito per un’ora ed infine arrestato dai carabinieri della compagnia di Monza a Vimercate dopo essere fuggito con una moto.

“Catturato a Vimercate il presunto assassino di Milano. Ora si trova in caserma dei Carabinieri”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

CHI ERA IL GIUDICE CIAMPI – Ciampi è stato ucciso nella sua stanza al secondo piano del Palazzo di Giustizia. Classe 1943, Ciampi dopo l’uscita di scena dell’ex presidente Bartolomeo Quatraro (oggi a Novara), nel 2009 era stato chiamato a guidare la sezione fallimentare del Tribunale, ritenuta la più importante d’italia. Ciampi aveva fama di intransigente. Il Giudice Ciampi era solito ritornare nella sua Fontanarosa, dove manteneva una residenza nel centro storico del paese altirpino.

Il sindaco di Fontanarosa Flavio Petroccione esprime il cordoglio della comunità: “Il paese perde un figlio che ha dato lustro alla comunità e si è distinto nella professione”.

Ciampi si era laureato in Giurisprudenza a Perugia, dove era arrivato a metà degli anni ’60, come tanti studenti pendolari venuti dal Sud per laurearsi in una delle Facoltà più prestigiose d’Italia di Giurisprudenza. Dopo avere conseguito una brillante laurea è rimasto per alcuni anni assistente di diritto industriale alla Facoltà di Economia e Commercio. Negli anni successivi ha mantenuto sempre rapporti stretti con Perugia e la sua Università partecipando a numerosi convegni e seminari dedicati a marchi e brevetti.

 

Claudio Giardiello
Claudio Giardiello

LA SPARATORIA – Nel corso della sparatoria sono risultate ferite altre due persone, nipote e zio, entrambi imputati nel processo in corso nell’aula della seconda sezione penale. Si tratta di Giorgio Erba e Davide Limongelli.

Uno dei due, Giorgio Erba, 60 anni, è deceduto poco dopo il ricovero al Policlinico, mentre era sottoposto a un intervento chirurgico reso necessario della condizioni disperate. Il nipote di Erba, Davide Limongelli, anche lui testimone al processo, sarebbe in gravissime condizioni al Policlinico.

LE TESTIMONIANZE – “Ero al terzo piano nel corridoio dove si affaccia l’aula, ho sentito cinque spari, c’è stato un fuggi fuggi generale. Sono sceso al secondo piano, dove c’è la stanza del giudice, e l’ho visto morto”, ha raccontato l’avvocato Giancarlo Longo.

LE VITTIME SAREBBERO 4 – Secondo quanto comunicato dal 118, il corpo di una quarta vittima trovata per le scale non presenta segni di ferite di arma da fuoco. L’ipotesi, che al momento non è possibile accertare con sicurezza, è che possa avere avuto un infarto per la concitazione dovuta alla sparatoria.

Al momento il palazzo è stato evacuato. Dentro il personale del 118 sta soccorrendo i feriti, mentre all’esterno si sono radunate centinaia di persone, tra dipendenti e persone impegnate in processi.

La situazione lentamente sta tornando alla normalità.

 

 

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