Strage al Tribunale di Milano, Giardiello condannato all’ergastolo

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Il gup di Brescia accoglie le richieste del pm Isabella Samek Lodovici e, al termine del processo con rito abbreviato, condanna all’ergastolo Claudio Giardiello, l’imprenditore che uccise tre persone e ne ferì altre due al Tribunale di Milano il 9 aprile 2015, tra cui il giudice civile originario di Fontanarosa (Avellino) Ferdinando Ciampi.

Giardiello, ha aspettato l’ultimo minuto dell’ultima udienza a Brescia per raccontare una nuova verità: “La pistola era già in Tribunale. L’avevo portata lì tre mesi prima”.

Al giudice del processo abbreviato basta e avanza. L’ergastolo, assai prevedibile, arriva dopo una breve camera di consiglio. Il suo avvocato ammette che le dichiarazioni in aula cambiano tutto: “Crolla tutta la difesa. Così ammette che gli omicidi erano premeditati”.

Agli amici e nei primi interrogatori Claudio Giardiello aveva sempre detto di aver oltrepassato i metal detector nell’ingresso degli avvocati mostrando il tesserino da agente immobiliare. E poi di aver fatto quello che ha fatto in un momento d’ira. Un omicidio d’impeto. prendendo prima di mira il suo difensore Lorenzo Claris Appiani, poi l’ex socio Giorgio Erba e infine andando a braccare fino nel suo ufficio il giudice civile Ferdinando Ciampi che già lo aveva condannato una volta. Prima di darsi alla fuga aveva ferito altre due persone.

Chiuso il processo rimangono gli interrogativi su perchè tanto odio.

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