Strage Acqualonga: “Anche Autostrade deve risarcire i danni ai feriti sul viadotto”

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“Anche Autostrade deve risarcire i danni ai feriti sul viadotto”. E’ quello che ha chiesto l’avvocato di parte civile Vincenzo Banfi, che rappresenta due delle persone tamponate dal bus prima di finire nel viadotto dopo un volo di trenta metri. Davanti al collegio della Seconda Sezione Penale di Appello di Napoli, c’è stata la discussione dell’avvocato di parte civile, unica costituita, i due dei feriti nell’incidente lungo il viadotto, che ha chiesto di riformare la sentenza di primo grado emessa nel 2019 dal Tribunale di Avelllino.

”Occorre però far riflettere codesta Corte su un aspetto che con la sentenza di primo grado il Giudice di prime cure non ha minimamente affrontato- ha spiegato Banfi – Ebbene nella sentenza di primo grado il Giudice ha ritenuto di condannare al risarcimento del danno i soli imputati Lametta e Ceriola che hanno realizzato il reato doloso concorrendo alla falsificazione del documento informatico che attestava l’esito della revisione dell’autobus oltre ai reati colposi di omicidio con morte e lesioni di più persone e disastro, differenziando il grado di ruolo eziologico delle condotte colpose concorrenti, quantificando nel 50% il contributo della condotta colposa di Lametta Gennaro, nel 30% quello del comportamento di Ceriola Antonietta e nel 20% quello della condotta di Lametta Ciro per i danni cagionati ai propri assistiti. Questa difesa invece intende rappresentare a codesto Organo Giudicante che dal profilo di responsabilità delineatosi dalla sentenza di primo grado e dall’istruttoria dibattimentale non sia stato assolutamente considerato il profilo di responsabilità dell’Autostrade per l’Italia s.p.a. e degli stessi imputati condannati in primo grado. La dinamica dell’incidente ha rilevato che le odierne parti civili viaggiavano. all’interno della loro autovettura, sull’autostrada in prossimità del viadotto Acqualonga, quando venivano improvvisamente investite dall’autobus, del quale stato accertato solo successivamente il malfunzionamento dell’impianto frenante. L’urto ha causato un violento sbalzo del veicolo all’interno del quale viaggiavano odierne parti civili, causando lesioni personali, oltre che danno patrimoniale alla vettura”

Per l’avvocato Banfi alla luce della ricostruzione emersa dal dibattimento: “Il profilo di responsabilità di Autostrade per l’Italia spa nasce proprio da questa mancanza manutentiva: qualora le barriere avessero sorretto il pullman al momento dell’urto, la polizza assicurativa che copriva il veicolo al momento del sinistro sarebbe stata più che sufficiente a coprire per intero i danni cagionati e veicoli usati e i passeggeri avrebbero subito lesioni più o meno gravi a conseguenza dell’urto”.

Anche il legale del responsabile civile, l’avvocato Perrone ha concluso chiedendo l’assoluzione per i dirigenti Aspi condannati in primo grado e la conferma delle assoluzioni.

Il verdetto di primo grado, emesso nel gennaio 2019 dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino Luigi Buono aveva statuito la condanna del titolare dell’azienda che gestiva il bus, Gennaro Lametta, alla pena di 12 anni, come richiesto dall’accusa. Otto anni invece per la dipendente della Motorizzazione civile di Napoli, Antonietta Ceriola, a fronte di una richiesta di 9 anni. Sei anni di reclusione, invece, ai dirigenti di Autostrade, Gianluca De Franceschi e Nicola Spadavecchia. Paolo Berti e Gianni Marrone, il primo direttore di tronco di Autostrade e il secondo dipendente della concessionaria, sono stati condannati a 5 anni e 6 mesi. Ritenuti colpevoli anche altri due dipendenti di Aspi, Michele Renzi e Bruno Gerardi, condannati a 5 anni. Assolti invece, oltre a Castellucci, il dg di Autostrade, Riccardo Mollo, e i dipendenti Michele Maietta, Massimo Fornaci, Marco Perna e Antonio Sorrentino.