Strage A/16, l’ascolto dei teste: impossibile il controllo sulla corrosione dei tirafondi

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Emergono elementi importanti dall’udienza odierna sulla Strage del Viadotto di Acqualonga del 28 Luglio 2013, tenutasi presso il Tribunale di Avellino alla corte del Giudice monocratico Luigi Buono.

Oggi, 5 luglio 2017, l’ascolto di 4 testimoni operanti sia per Autostrade per l’Italia che per le società appaltanti ad essa convenzionate, interrogati per indagare sulle prassi e sulle metodologie secondo cui, prima dell’incidente, venivano di norma effettuati i controlli sugli elementi stradali delle tratte di rispettiva competenza.

Nello specifico, sono stati ascoltati i teste Buccella, Cipriano, Lai e Nardecchia.

Stando a quanto affermato da almeno due dei testimoni, gli ingegneri Marco Buccella ed Igino Lai, il fenomeno di corrosione dei tirafondi di ancoraggio dei new jersey non sarebbe stato noto a chi operava nell’ambito della manutenzione dei tratti autostradali.

Un fatto del tutto ignoto anche per i tecnici, dunque, di cui si sarebbe preso atto (con successivi studi ed interventi di verifica a riguardo) solo a seguito dell’incidente.

In particolare, l’ingegnere Lai ha affermato che i tirafondi, così come gli altri elementi stradali, potrebbero verosimilmente avere una durata media di circa 50 anni, come testimoniato da molte infrastrutture (ancora considerate efficienti) presenti in altri tratti autostradali italiani.

Sul punto, particolarmente incisivo il Procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo, che ha sottoposto all’ingegner Lai (direttore generale di esercizio di “Strada dei Parchi S.P.A.”, con lunga esperienza professionale in Autostrade) l’immagine di due tirafondi in evidente stato di deterioramento. Il primo, relativo al cedimento dei new jersey che provocarono la strage, il secondo montato su una delle campate del viadotto che, tra il 2009 ed il 2010, furono sottoposte a lavori di manutenzione strutturale.

In appena quattro anni, il secondo tirafondo in oggetto si sarebbe deteriorato al tal punto da non essere considerato pienamente efficiente dal testimone, che ha comunque precisato che per la corretta verifica dello stato dell’elemento si sarebbe dovuto procedere ad un test di tipo meccanico.

Visto il parziale stato di ammaloramento del tirafondo, avvenuto nel corso di soli 4 anni (a fronte di una durata media decisamente più lunga, come dichiarato dallo stesso Lai) su esplicita richiesta di Cantelmo il testimone non ha escluso il possibile utilizzo di materiale di risulta al momento dell’installazione dello stesso.

Il Procuratore Cantelmo ha inoltre sottoposto ai teste un passaggio dell’allegato “E” della convenzione stipulata tra Autostrade e le diverse società appaltanti, relativo ai previsti interventi di manutenzione e di ripristino resi necessari dal naturale degrado di ogni singolo elemento stradale.

Un degrado di fronte al quale, ancora una volta, non sarebbe mai stato programmato un controllo approfondito sullo stato dei tirafondi per l’oggettiva impossibilità di verificarne l’efficienza a livello esclusivamente visivo, in quanto ancorati al terreno in profondità. Controllo che, come emerso anche dall’esito delle domande poste dal giudice Buono, non veniva soprattutto effettuato in caso di presenza di barriere visivamente in buono stato, come quelle delle campate del viadotto di Acqualonga sottoposte a lavori di adeguamento nel 2009, tuttavia interessate dal ritrovamento del tirafondo deteriorato.

Elementi che destano alcune perplessità, quelli emersi quest’oggi, che saranno senz’altro oggetto di ulteriori verifiche ed interrogazioni nell’ambito delle prossime udienze. La prima, fissata al 19 Luglio, a cui seguiranno quelle del 15 e del 27 Settembre, ed ancora quelle del 6 e del 18 Ottobre.