Strage A16, la voce dei superstiti oltre le perizie. In Aula Caiazzo e De Felice

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Renato Spiniello – Era il 16 maggio, nell’Aula di Corte d’Assise di Piazzale De Marsico il giudice monocratico Luigi Buono, nonostante la ferma opposizione degli avvocati difensori, accolse la richiesta della Procura di richiamare al banco dei testimoni le due donne sopravvissute alla strage di Acqualonga del 28 luglio del 2013.

Sono Annalisa Caiazzo e Partorina De Felice, scampate al pullman della morte, che già lo scorso 7 dicembre 2016 descrissero in tribunale i terribili momenti antecedenti la caduta dal viadotto. “L’organizzatore (tale Luciano Caiazzo, ndr) – raccontò la signora De Felice – disse a Ciro Lametta di aprire le porte per farci uscire al volo, lui rifiutò. Poi, quando si rese conto di quello che di lì a poco sarebbe successo ci disse ‘Prepariamo le nostre anime a Dio’. Poco dopo il pullman precipitò, io mi salvai perché mio marito mi abbracciò e mi protesse. Lui non ce l’ha fatta”.

Insieme al marito, la signora De Felice perse quel drammatico giorno la cognata e il nipote, mentre il marito e la figlia di Annalisa Caiazzo riportarono danni permanenti. I genitori delle teste, invece, non sopravvissero.

A distanza di un anno e mezzo, le due donne si ritroveranno a ripercorrere quei momenti dinanzi ai pm Rosario Cantelmo e Cecilia Annecchini, che dalla sera del 28 luglio stanno provando a fare luce sulla vicenda per dare sollievo ai sopravvissuti e ai parenti di quelle quaranta vittime che da cinque anni attendono giustizia e che guardano con speranza proprio alla data di oggi, a pochi giorni dal quinto anniversario della strage.

Tra le perizie dei consulenti di Autostrade per l’Italia e di quelli della Procura, la loro speranza è che dalla voce dei sopravvissuti si possa ricostruire la verità. Nel frattempo è attesa per settembre anche la super perizia del professore Felice Giuliani, ordinario di Ingegneria all’Università di Parma, incaricato dal giudice Buono.

Al docente universitario il compito di stabilire l’esatta traiettoria del pullman sul viadotto autostradale, le interazioni con gli altri veicoli e l’angolazione d’impatto con le barriere (19 gradi per Autostrade; 15 per i ct della Procura), oltre all’idoneità degli ancorati.

“La vera perizia è di chi ha vissuto in prima persona quella giornata, nessuno può toglierci il diritto di raccontarlo”. Era il 16 maggio e queste le parole di Giuseppe Bruno, che guida l’associazione Vittime della strada-Uniti per la vita.