Le indagini, attente e scrupolose, dei carabinieri del Nucleo operativo di Avellino proseguono senza sosta. Sul caso Manzo gli inquirenti stanno lavorando in modo certosino. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza sono passate al setaccio, così come vengono esaminati i tabulati telefonici di divere persone.
Fondamentali anche le testimonianze che vengono raccolte ormai ogni giorno. Nella giornata di oggi, presso il comando provinciale dei carabinieri, sono state ascoltate altre persone informate sui fatti. La giornata di oggi, anzi, potrebbe essere stata molto importante.
Gli inquirenti, infatti, hanno sentito delle persone che, la sera della scomparsa di Domenico Manzo (l’8 gennaio 2021), passano a piedi nei pressi delle zone ormai tristemente famose dove il 71enne sarebbe stato visto per l’ultima volta, dopo l’alterco con la figlia Romina a casa sua.
Le testimonianze raccolta stamattina forniscono un dato, ovvero puntano le lancette degli orologi in modo preciso sull’orario in cui è scomparso Mimì: tra le 21.48 e le 22. Insomma, in quei fatidici dodici minuti, sarebbe successo qualcosa al pensionato.
I testimoni di questa mattina non vedono Manzo. E proprio questo consente di stabilire, ormai in maniera precisa, l’orario in cui Mimì sarebbe scomparso, l’orario in cui sarebbe stato “inghiottito” dall’incrocio tra via dell’Annunziata e via Marconi, meglio conosciuta dai pratesi come via della Stazione.
I testimoni di stamane, inoltre, vedono una persona proprio in quei momenti, quelli a ridosso della scomparsa. Lo collocano nei pressi delle aree attenzionate, in poche parole dove Mimì è stato visto per l’ultima volta.
Chi hanno visto questi testimoni? Su questo, ovviamente, gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.