“I motivi alla base possono essere molteplici, ma non condivisibili, perché lo sport è vita, aggregazione, integrazione, benessere psicofisico. E perché no? “Linfa” economica di un modello di turismo che punta sul vivere sano, all’aria aperta, nel verde. E l’Irpinia, per la qualità di vita del suo territorio, potrebbe essere un buon motore di sviluppo.
Certo, il coronavirus ha rischiato di metterlo in ginocchio. Ma la ripresa c’è e deve esserci. Conosciamo bene, attraverso le azioni del ministero dello Sport e del Ministro Spadafora, il sostegno riconosciuto agli operatori di base, alle associazioni sportive, l’impegno a far ripartire in sicurezza tutte le discipline sportive, ma non basta. L’attenzione dovrà essere concentrata sui livelli regionali.
Prima dell’inizio delle attività è necessario trovare delle soluzioni per una ripresa in sicurezza delle discipline sportive che coinvolgono migliaia di sportivi di tutte le età. Non trovare soluzioni adeguate significherebbe il crollo dello sport, la negazione del diritto allo sport di ampie fasce di popolazione e un grosso colpo per i tantissimi operatori sportivi che si troverebbero senza un reddito e ruolo sociale.
Un appello, quindi, va rivolto agli amministratori provinciali e comunali affinché rendano fruibili gli impianti di loro proprietà, attraverso un sostegno ai costi di sanificazione e la riqualificazione di impianti sportivi inutilizzati.
Una concreta e fattiva battaglia per lo sport è una battaglia di civiltà e progresso: non ci tiriamo indietro “.