Avellino – Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro organizzato dal Cidis Onlus della Spi Cgil per analizzare a fondo le problematiche relative all’integrazione scolastica dei figli degli extracomunitari presenti nella nostra provincia. Il primo gruppo etnico per consistenza presente in Irpinia è quello ucraino, seguono gli immigrati cinesi. “Con l’ingresso di Romania e Bulgaria – è l’intervento di Valentyna Onufriyenko, Responsabile dell’Ufficio Immigrazione della CGIL di Avellino – la famiglia dei neocomunitari si moltiplica. Come aumenteranno le problematiche inerenti all’integrazione scolastica dei minori stranieri. La scuola sarà l’elemento principale di integrazione socio-culturale per le giovani generazioni multietniche in una società globalizzata. Occorrerà, quindi, costruire una coscienza di solidarietà, di tolleranza e comprensione in persone ancora immuni da pregiudizi ed egoismi, quali i minori. Ogni operatore scolastico deve avere a cuore un aspetto generale ed universale da cui non si prescinde: la correlazione tra famiglia e scuola nella formazione dei ragazzi”. Se la famiglia deve far sentire una presenza vigile, la certezza affettiva e riferimenti umani sicuri, la scuola, da parte sua, ha il compito della crescita formativa, attraverso l’applicazione di metodi didattici adeguati ad esigenze particolari e nuove. “I diversi ruoli sono legati con scambi e collaborazione. È un danno delegare ruoli e compiti. Se questo è valido come base di attività universale, nel caso di inserimento di stranieri le difficoltà per genitori e studenti aumentano. Per i ragazzi stranieri le difficoltà principali sono: espressione, comprensione, inserimento nel gruppo. Tutti aspetti che condizionano lo sviluppo psico-fisico del ragazzo portandolo ad una chiusura verso il nuovo ed una sensazione di estraneità. La differenza di genera, poi, acuisce, le difficoltà. Infatti, l’inserimento di ragazze straniere è pesantemente condizionato da pregiudizi e atteggiamenti vessatori del gruppo autoctono. In un paese che si dichiara civile constatare ciò è ben triste. Il corpo docente, dal canto suo, deve mostrare una grande responsabilità ad accettare un necessario “tempo di adattamento”, prima di valutare compiutamente le capacità e le potenzialità dello studente straniero. L’inserimento di ragazzi stranieri nel mondo scolastico deve configurarsi come un arricchimento ed un’occasione positiva per lo studio e la conoscenza, complessivamente intesi. Le proposte da sottoporre agli addetti ai lavori, allo scopo di favorire l’adeguato inserimento scolastico dei giovani stranieri provenienti da realtà geograficamente e culturalmente lontane sarebbero: elaborazione di una programmazione didattica specifica, differenziata ed adeguata a particolari esigenze; organizzazione di corsi di recupero finalizzati agli aspetti linguistici ed espressivi; coinvolgimento nel processo formativo personale e docenti madrelingua capaci di trasmettere allo studente straniero quelle basi e quelle conoscenze della società di origine; attivare procedure di gemellaggio con scuole del paese di origine utilizzando supporti telematici al fine di realizzare scambi culturali e didattici, in cui lo studente sia protagonista nel collegamento in madrelingua”.