Spezia-Avellino, quello che il campo non ha detto: cronaca della bagarre in tribuna

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Dirigenti e giornalisti irpini hanno rischiato l’aggressione in tribuna: la sconfitta ci ha messo poco a surriscaldare gli animi dei tifosi dello Spezia.

L’Avellino ha violato lo stadio “Alberto Picco” di La Spezia conquistando la semifinale play-off con il Bologna e, allo stesso tempo, lavando il fango piovuto in tribuna sui propri dirigenti, ma non solo. 

Sì perché Spezia-Avellino si è giocata anche sugli spalti in maniera non elegante, in un imbarazzante delirio di offese, insulti e luoghi comuni scagliati all’indirizzo del popolo meridionale incarnato nell’occasione dalla gente irpina presente ieri sera in tribuna.

Non solo dirigenti, ma anche i giornalisti avellinesi sistemati in tribuna stampa per lavorare al seguito della squadra biancoverde sono stati oggetto di attenzioni poco carine.

IL FATTO – Ma andiamo con ordine, cercando di ricostruire l’atteggiamento con cui una parte dei tifosi spezzini – quelli assiepati in tribuna vip – si è resa protagonista. Il gol del momentaneo vantaggio biancoverde di Antonio Zito avrebbe generato un parapiglia nel settore più ‘in’ del Picco.

Il direttore sportivo dell’Avellino, Enzo De Vito, alcuni suoi collaboratori e i calciatori Castaldo, Bavena, Filkor e Gioia sarebbero stati letteralmente assaliti dalla furia degli spettatori della Tribuna.

Si sarebbe rischiato il parapiglia generale e soltanto l’intervento delle forze dell’ordine (presente anche il Questore spezzino Vittorino Grillo) ha evitato che dalle parole si passasse ai fatti.

Il tutto per aver manifestato la gioia al gol della propria squadra in un match importante. Davvero un comportamento poco edificante.

Da La Spezia fanno sapere che sono stati identificati alcuni professionisti-tifosi spezzini e alcuni dirigenti ospiti. Il tutto dovrebbe risolversi senza conseguenze anche se lo stesso copione si sarebbe poi ripetuto sul gol-vittoria di Comi, così come anche alla comprensibile esultanza finale dopo 120 minuti vissuti in sofferenza e sotto costante pressione.

Vediamola così: La Spezia sembra sia considerata “… la più meridionale tra le città del Nord Italia”, non tanto per il coacervo di persone e razze che da anni stanziano in quella parte di Levante ligure, ma per il carattere passionale, sanguigno e spontaneo degli stessi spezzini.

Evidentemente, l’importanza del match e il carattere sanguigno di cui sopra hanno fatto perdere le staffe e l’aplomb anche ai più pacati spezzini.

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