Il TAR ha dato ragione agli Ordini Professionali, così la Regione Campania dovrà ritirare e modificare i provvedimenti dirigenziali che furono impugnati in seguito all’approvazione in Giunta Regionale, delle “Linee Guida per la ragionevolezza delle spese tecniche”, per i PSR Campania 2014-2020, Sottomisura 4.1.
A chiedere il ricorso al TAR Campania sono stati gli Ordini degli Architetti PPC di Avellino, Salerno, Benevento e Caserta successivamente all’istituzione di un tavolo di lavoro, al quale non sono stati chiamati gli Ordini professionali. A seguito degli incontri avuti in Regione Campania per la redazione delle linee guida erano stati disattesi i parametri remunerativi per i compensi professionali concordati. In questo caso gli architetti coinvolti nella redazione dei progetti avrebbero avuto parcelle sottostimate che non tenevano conto della diversità degli interventi da svolgere, senza differenziare tra il progetto di una piccola casa colonica rispetto al restauro di un monumento all’interno di un borgo rurale.
Per tanto, in seguito alla definizione arbitraria di tali linee guida, gli Ordini degli Architetti delle varie province campane avevano chiesto ricorso al TAR che, dopo la richiesta di integrazioni, ha ordinato l’annullamento dei decreti dirigenziali, dando di fatto ragione agli Ordini Professionali.
“Una soddisfazione per l’Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino che si è impegnato affinché si facesse chiarezza sul bando e che la figura dell’architetto non venisse mortificata professionalmente – dice Erminio Petecca Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Avellino – Il mio timore è che adesso la Regione Campania ci addebiti le responsabilità per gli eventuali ritardi che ne deriveranno. La colpa non può essere nostra, semmai di chi doveva ascoltarci quando abbiamo fatto presente che il bando era errato ed andava modificato. Per quanto riguarda l’Ordine, continueremo ad impegnarci nell’attività di vigilanza dei bandi pubblici a tutela della professione dell’architetto”.