SPECIALE UN ANNO DI POLITICA/ Dal crollo del Pd all’avanzata di centrodestra e M5S

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Marco Imbimbo – Il 2018 verrà ricordato come un anno amaro dal Partito Democratico, sia a livello nazionale che locale. Anzi soprattutto l’Irpinia segna il crollo del Pd che fa incetta di sconfitte raggiungendo un poco invidiabile 3 su 3 alla voce sconfitte: tra elezioni politiche, amministrative nel capoluogo e provinciali, ai democrat non resta che leccarsi le ferite.

Il primo campanello arriva dalle elezioni politiche dove i 5 Stelle fanno en plein di candidati. Forti del vento di protesta che soffia su tutta l’Italia, i pentastellati portano in Parlamento 5 candidati.

Alle elezioni comunali di maggio, il Partito Democratico riceve quello che può essere definito il colpo di grazia: per la prima volta, infatti, il centrosinistra perde il capoluogo. E lo fa in maniera indegna. Dopo aver superato il 50% di coalizione al primo turno, il candidato sindaco Nello Pizza, deve registrare la sconfitta al ballottaggio.

L’aspirante sindaco dei 5 Stelle, Vincenzo Ciampi, lo stacca sonoramente al secondo turno, grazie sia alle guerre interne alla coalizione di Pizza, che  al sostegno di Sabino Morano, candidato del centrodestra, e di Luca Cipriano e Dino Preziosi, candidati di due liste civiche, ma pronti a pentirsi del sostegno dato a Ciampi poco dopo le elezioni. Intanto i 5 Stelle conquistano Palazzo di Città, segnando il primo capoluogo del Mezzogiorno a marchio 5 Stelle. E a Piazza del Popolo si affaccia anche la Lega eleggendo Damiano Genovese, al cui gruppo si aggiungerà anche Sabino Morano.

Un’esperienza, però, che dura poco, appena 5 mesi perché il 24 novembre Ciampi viene sfiduciato da buona parte dell’Aula consiliare.

Nel frattempo, però, il Partito Democratico fa in tempo a registrare la terza sconfitta del 2018, quella di Palazzo Caracciolo. Come da tradizione, visto il precedente di 4 anni fa quando il candidato era Paolo Foti, anche quello attuale, Michele Vignola, cade sotto il fuoco amico. Il sindaco di Solofra paga le guerre interne al Pd, a beneficiarne è l’esponente del centrodestra Domenico Biancardi che vince la competizione staccando nettamente Vignola. Anche a Palazzo Caracciolo si affaccia la Lega con l’elezione di Genovese, sostituito poi dal secondo di lista dopo la sfiducia a Ciampi.