SPECIALE UN ANNO DI CRONACA/ 2019, il triste bilancio tra clan, Camorra e racket

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Renato Spiniello – Cominciamo così questo consueto bilancio di fine anno. Dalla fine. Sì, perché se il 2018 è stato l’anno della violenza in Irpinia, culminata – in più episodi – anche col sangue, quella che volge a conclusione sarà ricordata come l’annata dei raid intimidatori, della criminalità organizzata e del nuovo clan Partenio.

Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino

Un grosso scacco al sodalizio criminoso, nato dalle ceneri del clan Genovese prima e Partenio poi, è stato mosso dagli inquirenti con l’operazione denominata – appunto – “Partenio 2.0”.

L’inchiesta, che ha coinvolto Procura della Repubblica di Avellino, Dda di Napoli, Carabinieri di Avellino e Guardia di Finanza di Napoli, ha portato a 23 arresti e 17 indagati.

Un maxi-blitz effettuato alle prime luci dell’alba del 14 ottobre con l’impiego di oltre 250 Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino che ha permesso di disarticolare il gruppo criminale egemone in città e in diversi comuni della provincia. Tra gli arrestati anche i fratelli Galdieri, uno dei due ritenuto il capo dell’organizzazione.

Andrà a processo a gennaio 2020 invece Damiano Genovese, ex capogruppo in Consiglio Comunale della Lega e figlio del boss Amedeo, detenuto a Parma. Il 33enne è accusato di detenzione abusiva e ricettazione di armi.

Al netto degli arresti, tuttavia, lo spettro della Camorra aleggia ancora dal Vallo di Lauro all’Alta Irpinia, passando per il cuore della nostra provincia. La maxi-operazione non ha infatti fermato gli attentati intimidatori. Se ne contano tre in pochi giorni con gli incendi a un’attività di Monteforteuna formaggeria di Atripalda e sempre nella città del Sabato di un altro alimentari, specializzato nel commercio di prodotti locali. Escalation a cui va aggiunto il rogo alla vettura di famiglia del sindaco di Calabritto, Gelsomino Centanni.

Le fiamme sarebbero di origine dolosa, anche se al momento gli inquirenti seguono tutte le piste. Insomma, la spirale di violenza non sembra arretrarsi, nonostante la massima attenzione posta in essere.

Uno dei frame delle immagini inciminanti

Ma le pagine di giornale in Irpinia si sono riempite anche per altri, gravi, episodi di cronaca. A giugno la comunità di Solofra è stata scossa dallo scandalo che ha coinvolto gli insegnanti dell’asilo nido, accusati di maltrattamenti ai piccoli alunni e, uno di loro, perfino di violenza sessuale nei confronti di un bimbo di sei anni.

Il maestro, finito ai domiciliari prima e in carcere poi, è stato scarcerato con tanto di pronuncia da parte della Suprema Corte di Cassazione, che ha valutato – dopo aver visionato i filmati incriminanti – che da parte sua c’è stato sì un atteggiamento morboso ma nessuna forma di violenza.

Ancora, a ridosso di Ferragosto è il capoluogo a essere scosso dalla bomba carta lanciata contro la sede del Vescovado nella centralissima Piazza Libertà. Individuato il responsabile, che è ancora in carcere dove ha ricevuto perdono e benedizione da parte del Vescovo Arturo Aiello. Ferito, nell’esplosione, un Vigile Urbano.

Neanche un mese dopo tocca al gigantesco rogo della Ics di Pianodardine. Le altissime fiamme hanno sprigionato una coltre di fumo nero ancora oggi impressa nelle menti degli avellinesi, che hanno visto il cielo eclissarsi per quasi 24 ore. Fortunatamente le puntuali analisi dell’Arpac hanno escluso la presenza di diossine nell’aria.

Il 26 settembre c’è l’aggressione subita davanti la propria abitazione di Torrette di Mercogliano dall’Assessore alla Pubblica Istruzione, allo Sport e alla Sicurezza, Giuseppe Giacobbe. Rimedierà pochi giorni di prognosi, individuato uno dei responsabili.

La sera del 10 novembre, una domenica, un ragazzino di neanche 14 anni ha tentato il suicidio lasciandosi cadere dal Ponte della Ferriera, noto per una lunghissima scia di gesti esiziali. Fortunatamente, la vegetazione sottostante ha attenuato il volo del piccolo che, ricoverato in ospedale, ha lottato per diverse settimane prima di uscire dal coma.

A dicembre la comunità irpina è stata nuovamente scossa prima dallo sciame sismico che ha interessato i comuni del beneventano a ridosso dell’Irpinia e poi per il furto sacrilego al Santuario di Montevergine. Mamma Schiavona è stata privata dei suoi ori, mentre le indagini delle forze dell’ordine stanno ancora cercando di individuare i responsabili.

Il Procuratore Cantelmo e il sostituto Annecchini

Dal punto di vista giudiziario, invece, sempre vive le inchieste del Procuratore capo Rosario Cantelmo e del sostituto Cecilia Anecchini sulla sicurezza delle barriere, dei viadotti e perfino delle gallerie insistenti lungo le autostrade. Sequestri su oltre una trentina di ponti della rete gestita da Autostrade per l’Italia. La concessionaria sta provvedendo alla riqualifica delle barriere ritenute non sicure, ma solo per alcuni degli oltre 30 viadotti si è ottenuto il dissequestro temporaneo per i lavori di cantierizzazione.

Infine i cambi di guardia, hanno lasciato l’Irpinia il Prefetto Maria Tirone, il Questore Luigi Botte e il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Rosa D’Eliseo, sostituiti rispettivamente da Paola Spena, Maurizio Terrazzi e Luca Ponticelli.