SPECIALE 2016/ Un anno di politica in Irpinia

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Pasquale Manganiello – L’anno politico vissuto in Irpinia si è sposato in maniera inevitabile con quanto accaduto a livello nazionale, un’intrecciarsi di idee, opinioni e ribaltoni che hanno avuto come filo conduttore la corsa referendaria promossa dall’ex Premier Matteo Renzi appoggiata dal Governatore Vincenzo De Luca e la creazione dell’asse anti Riforma Costituzionale. Un crocevia che ha visto il suo epilogo nella giornata “storica” del 4 dicembre e che ha tenuto vivo il dibattito politico (a volte sterile) per alcuni mesi anche nel nostro territorio. Piccole e grandi vicissitudini si sono alternate anche a Palazzo di Città, con la maggioranza al Comune di Avellino che ha tenuto botta nonostante le guerre intestine, le vicende giudiziarie, la situazione per niente positiva in cui ancora versa la città. Proviamo a ricostruire e riepilogare quanto accaduto in questo strano e difficile 2016 per la politica irpina.

REFERENDUM – L’evento politico dell’anno è stato sicuramente il Referendum Costituzionale. La vittoria schiacciante del No è costata la poltrona di presidente del Consiglio a Matteo Renzi che si è speso fortemente, anche ad Avellino, per il sì alla Riforma Boschi. Il 26 ottobre scorso è andato in scena l’evento avellinese durante il quale il segretario Pd ha arringato il popolo del sì in uno show a senso unico presso il Teatro Gesualdo di Avellino.  L’impegno delle prime file presiedute dal sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, dal Governatore De Luca, dai deputati Migliore, Paris, Famiglietti, Tartaglione, dal presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, Enzo De Luca, Carlo Iannace, Paolo Foti, Lello De Stefano, Carmine De Blasio, Roberta Santaniello, dagli assessori ed i consiglieri Pd al Comune di Avellino, evidentemente non è bastato e la resa dei conti si consumerà a livello congressuale nell’anno che verrà. Alla sconfitta del sì fa da contraltare l’esultanza del popolo del No che ha riunito, di fatto, tutta l’opposizione al Governo Renzi. Rimangono la nostra Carta Costituzionale e più di sei mesi di parole, convegni, dibattiti, il più delle volte fango, che hanno lasciato immobile l’Italia e l’Irpinia, con i problemi reali della vita dei cittadini surclassati dal tentativo di far passare una Riforma che, di fatto, nessuno ha chiesto e nessuno aveva proposto in un programma elettorale. Rimane anche un No detto ad alta voce ma che, alla mezzanotte del 5 dicembre, non ha unito nessuno.

PD – Dopo una querelle durata mesi, Carmine De Blasio annuncia le sue dimissioni da segretario lo scorso 18 gennaio. La palla passa ad un “direttorio” formato da Rosetta D’Amelio, Enzo De Luca, Valentina Paris e Luigi Famiglietti. Nell’accordo raggiunto a Roma con il vicesegretario nazionale Guerini c’è il piano per un congresso entro l’estate che non arriverà mai.  Alle Comunali di Maggio il Partito Democratico non si presenta compatto. Vince, di fatto, l’asse D’Amelio-De Mita denominato “Cirietta”, con molti nuovi sindaci che prendono il possesso delle poltrone comunali in nome di questa alleanza. Lo scontro fratricida si sviluppa anche negli Enti: De Stefano viene confermato all’Alto Calore,  Sirignano (Udc) si prende l’Asi sostenuto da un pezzo di Partito Democratico, incapace di esprimere la propria forza avendo la maggioranza dei sindaci. La corsa referendaria blocca ogni tentativo di rimettere ordine nel partito. Il Pd irpino è tutto con Renzi, tranne alcune frange tra cui quella che fa riferimento a Francesco Todisco. La sconfitta è dura da digerire. Nascono ed acquistano forza alcune associazioni che gravitano intorno a Via Tagliamento: il 2017 si preannuncia scoppiettante in chiave congressuale.

MOVIMENTO CINQUESTELLE – Carlo Sibilia ed il Movimento Cinquestelle presentano la propria lista a Monteforte ed Avella per le Comunali di Maggio riuscendo a far eleggere due consiglieri di opposizione. Presente in molte battaglie sociali e legate alla città capoluogo, Sibilia è uno dei protagonisti della scena politica irpina di questo 2016. Manca all’appello la selezione della classe dirigente: un voto anticipato in città avrebbe messo a nudo tutte le mancanze e le difficoltà pentastellate nel proporre una squadra credibile che possa governare Avellino. Il 2017 sarà decisivo in questo senso, anche in vista delle prossime elezioni politiche.

CENTRODESTRA – La collisione interna tra il Presidente della Provincia Domenico Gambacorta ed il parlamentare Cosimo Sibilia producono lo stallo in Forza Italia per tutto il 2016. Da sottolineare la crescita di Primavera Irpinia, soprattutto nella fase pre-referendum. La ricostruzione è avviata, manca una linea chiara soprattutto a livello nazionale.

UDC – Ciriaco De Mita gioca sulle debolezze del Partito Democratico e continua a dettare legge nella politica irpina. Dopo il Patto di Marano e la vittoria alle Regionali del 2015, si allea con Rosetta D’Amelio e stravince alle scorse Comunali, fa la voce grossa negli Enti pubblici, si schiera dalla parte del No allo scorso Referendum e sfida dialetticamente Renzi in diretta da Mentana. Il No stravince e l’Udc rinsalda la sua posizione egemone nella provincia irpina, nonostante a livello nazionale sia praticamente scomparso, anche grazie all’attivismo in Regione Campania del consigliere Maurizio Petracca.

LA SINISTRA – Difficile riprendersi dopo la batosta alle scorse Regionali. La Sinistra sta cercando di ricostruirsi: in prima linea il parlamentare Giancarlo Giordano e, soprattutto, il movimentismo libero presente nelle battaglie a difesa dei territori e del sociale.

COMUNE DI AVELLINO – Capitolo a parte va dedicato a quanto accaduto a Palazzo di Città in questo 2016. Forse ci vorrebbe un intero anno per raccontare tutto il gran casino che è venuto fuori in questi dodici mesi. Nonostante le inchieste giudiziarie dell’Acs e del caso Enrico Cocchia, nonostante il caos legato alla questione Carlo Gesualdo, alle dimissioni del vecchio cda ed al buco di bilancio sul quale sta indagando la Procura, nonostante i tradimenti dei consiglieri, le difficoltà a far passare il bilancio di previsione, la bocciatura iniziale degli assestamenti (indimenticabile la giravolta a U di Nicola Poppa), nonostante la dichiarazione pubblica che sanciva il fallimento della sua Amministrazione e l’ennesimo rimpasto, Paolo Foti è ancora il sindaco di Avellino e lo sarà fino al 2018. Galleggiare su questi disastri ed uscirne indenne è più che un capolavoro politico. Un’ostinazione perseverante, un muro di gomma incredibile che non può non fargli attribuire il titolo di personaggio dell’anno. In positivo o in negativo, fate voi.

REGIONE CAMPANIA –  Il Governatore De Luca ha dichiarato che  ha già portato a termine il 70% del suo programma elettorale. C’è molta, troppa gente che non vede l’ora che questo 2016 finisca, nella speranza che il 2017, quantomeno, non sia triste, difficile e pieno d’ombre come l’anno precedente. Evidentemente tra annunci e vita reale c’è qualcosa che non coincide.