La cavalcata play-off con beffa sul gong, il divorzio con Rastelli, l’avvento di Tesser, l’ingresso in società di Gubitosa: tutto il 2015 biancoverde step by step.
GENNAIO – Tempo di mercato
L’Avellino si presenta sulla scena del nuovo anno forte dei trentadue punti conquistati nelle prime ventuno partite della stagione. Gli uomini di Rastelli ripartono dal quinto posto con un entusiasmo alimentato dalla campagna acquisti. In biancoverde approdano Trotta, colpo piazzato in Inghilterra, Mokulu e Almici. Via il flop Arrighini, Petricciuolo e Pozzebon, mentre il dg Massimiliano Taccone annuncia a Irpinianews l’arrivo del ceco Milan Nitriansky a parametro zero per la stagione successiva. Sfumano Olivera dal Brescia e Alhassan dal Latina, ma si segue la pista norvegese che conduce a Ulvestad, gioiellino classe ’92 dell’Aalesund. Intanto l’Avellino fa registrare una falsa partenza nel girone di ritorno, un pareggio a Vercelli e una sconfitta interna con il Cittadella: in entrambe le occasioni non basta un Regoli in grande spolvero.
FEBBRAIO – L’età aurea di Rastelli
Tutto fatto per Ulvestad che alla fine però preferisce la Premier League, il Burnley, alla Serie B italiana. L’Avellino se ne fa una ragione e acciuffa per i capelli quasi sul gong del calciomercato Alessandro Sbaffo, utile a Rastelli sia in ottica 3-5-2 che per la variante sempre più praticata del 4-3-1-2. Il club biancoverde annuncia il colpo last minute poco dopo il successo di La Spezia firmato Bittante. E’ il primo di quattro uno dietro l’altro che danno vita all’età aurea di Rastelli alla guida dei lupi: cadono anche Latina e Frosinone al Partenio-Lombardi, e il Livorno trafitto da Trotta al proprio domicilio. Il pari interno con la Ternana archivia un febbraio da sogno. L’Avellino pensa in grande e il ds De Vito punta il centrocampista russo della Dinamo Mosca Artur Yusupov, che arriverebbe soltanto in caso di salto di categoria.
MARZO – Il crollo vertiginoso
Dalle stelle alle stalle. A marzo è buio pesto per l’Avellino che gioisce soltanto contro il Bari nella gara delle polemiche dentro e fuori dal campo tra esultanze goliardiche ed una dialettica accesa tra i due patron, Taccone e Paparesta. Il mese nero dei lupi si apre però con la sconfitta in casa della battistrada Carpi poi, dopo il 2-0 ai galletti, altre due delusioni con Lanciano e Perugia. Dopo l’1-2 patito in rimonta con gli umbri, il direttore sportivo Enzo De Vito convoca la stampa richiamando l’ambiente alla compattezza e scuotendo la squadra. La scossa però non arriva e gli uomini di Rastelli affondano, immeritatamente, a Catania per mezzo di un rigore di Calaiò. Episodio contestatissimo e silenzio stampa indetto a fine gara, mentre i tifosi biancoverdi denunciano il trattamento ricevuto dalle forze dell’ordine durante il tragitto da Messina fino ai piedi dell’Etna.
APRILE – Panchina bollente
La primavera mette a dura prova la tenuta della panchina di Massimo Rastelli il quale riesce a trascorrere una Pasqua serena grazie al sinistro di Zito contro il Modena, salvo poi riprendere il trend negativo. La bestia nera Cocco castiga i biancoverdi a Vicenza, poi la tribolata esterna di Varese contro i padroni di casa già retrocessi ma che costringono al pari l’Avellini illuso da Trotta. Squadra contestata ferocemente dai circa trecento tifosi sfiancati dal rinvio di 24 ore del match a causa della devastazione del terreno di gioco ad opera degli ultrà biancorossi. Marce basse anche contro la Virtus Entella fino all’ennesimo tracollo, a Crotone, che rischia di diventare fatale a Rastelli, vicinissimo all’esonero di ritorno dalla trasferta calabrese.
MAGGIO – Il colpo di coda e i play-off
Nonostante il rendimento deficitario di marzo e aprile, l’Avellino si trova ancora in piena lotta per un piazzamento play-off. La ferita infrasettimanale di Crotone viene subito spazzata via con una prova di forza davanti al pubblico amico. Il Pescara fa la voce grossa ma l’Avellino rimedia in rimonta con Castaldo, Zito e Kone. E’ l’acuto della rinascita alimentata dal prezioso pari di Bologna firmato Sbaffo, quest’ultimo protagonista anche una settimana dopo contro il Trapani. Il fantasista va a segno, poi nel recupero il pareggio di Caldara ma la beffa dura giusto il tempo di realizzare che la matematica premia l’Avellino per una serie di incastri. I biancoverdi sono ai play-off con una giornata di anticipo. L’ultima va in scena a Brescia dove la doppietta in bello stile di Comi non basta. L’ariete scuola Toro fa le prove di gol pesanti e a La Spezia suggella l’impresa ai supplementari nel primo turno play-off in gara unica. Un’impresa epica per i lupi avanti con Zito, poi ripresi da Brezovec in dieci uomini ed infine vittoriosi sotto gli occhi dei duemila sostenitori irpini accordi al Picco. Tempo 72 ore e si ritorna in campo per l’andata della semifinale col Bologna. Biglietti polverizzati e polemiche per la mancata apertura della Curva Nord. Il Partenio-Lombardi è stracolmo ma i rossoblu fanno il colpo con Sansone ipotecando la finale.
GIUGNO – La traversa di Bologna e la fine del ciclo Rastelli
L’Avellino deve vincere con due gol di scarto per guadagnare la finale e a Bologna si presenta con tremila tifosi al seguito. Pronti via e Trotta li manda in visibilio, poi il pari di Acquafresca ma ancora Trotta alimenta le speranze biancoverdi. L’Avellino ci crede ma un errato rinvio di Frattali spalanca le porte del 2-2 ai padroni di casa. Kone riporta avanti i suoi e nel recupero Castaldo controlla e colpisce una beffarda traversa che rimarrà a lungo nella mente dei tifosi irpini. E’ il Bologna a passare col brivido ma l’Avellino esce a testa altissima dal campo e dal campionato applaudito da tutto lo stadio insieme a Rastelli che nel giro di una settimana passa dal tributo alla divorzio. Su di lui infatti piomba il Cagliari in piena trattativa con patron Taccone per il prolungamento dell’accordo. Tutto fatto, ma il tecnico di Torre del Greco vuole provare la scalata alla Serie A con i sardi e al termine di un lungo tira e molla viene liberato.
L’Avellino non si fa cogliere impreparato e ingaggia Attilio Tesser, scelta che segna un cambio radicale nella filosofia di gioco. Con Tesser arrivano le prime ufficialità sul mercato: Biraschi e Nitriansky già nell’aria da diversi mesi, Rea, Offredi e Giron. Sbrigata la pratica allenatore, l’Avellino ufficializza l’intesa con l’associazione “Per la storia” per la concessione in comodato del logo dell’Unione Sportiva 1912 che torna ad essere cucito sulle maglie da gioco e sulle divise. Il 23 giugno scoppia il caso Catania con l’inchiesta delle partite combinate “Treni del gol” all’interno della quale viene tirata in ballo anche Catania-Avellino del 29 marzo. Trema mezza Serie B ma non l’Avellino che si dichiara subito estraneo e anzi danneggiato dalla direzione arbitrale di Baracani nel match in questione. L’Avellino piazza un altro calciatore in Serie A sulle orme di Zappacosta e Izzo: la Fiorentina si aggiudica Bittante alle buste e lo cede all’Empoli. A fine mese prende corpo la suggestione Tavano.
LUGLIO – Inizia l’era Tesser e Taccone accoglie Gubitosa
Il mercato apre ufficialmente i battenti e l’Avellino continua la sua campagna acquisti con il prestito-bis di Chiosa e il colpo Gavazzi espressamente richiesto da Tesser, suo mentore alla Ternana. Da casa Napoli invece arrivano Insigne e Tutino, mentre al difesa viene puntellata con Ligi, acquisito in prestito dal Bari. Il colpo a sensazione è però Tavano, che dice sì ai colori biancoverdi dopo settimane di tentennamenti e riflessioni. L’attaccante casertano arriva dall’Empoli alla vigilia del ritiro e partecipa alla festa del logo al campo Coni presentandosi alla piazza insieme a tutta la rosa. Non c’è invece Pisacane, volato a Cagliari per raggiungere Rastelli. A metà mese al via le operazioni pre-campionato con i lupi impegnati a Sturno agli ordini del nuovo staff tecnico presieduto da Tesser. C’è un organico ampiamente rinnovato da cementare e che strada facendo accoglie anche Nica, giunto in prestito dall’Atalanta per integrare la batteria di terzini di fascia destra. Dietro le scrivanie, invece, la famiglia Taccone dà il benvenuto a Michele Gubitosa che rileva il 10% delle quote societarie entrando nel consiglio di amministrazione. Forza imprenditoriale e capitali freschi da investire nel progetto biancoverde. Dopo due sgambate in ritiro, l’Avellino si presenta al Partenio-Lombardi per la prima amichevole ufficiale contro l’Espanyol che si aggiudica il trofeo “Nicola Taccone” ai rigori dopo lo 0-0 maturato al 90’.
AGOSTO – Ultimi ritocchi
La rosa biancoverde necessita ancora di qualche ritocco e allora arriva lo svincolato Jidayi che si mette subito a disposizione di Tesser per colmare il gap di preparazione atletica. L’Avellino si aggiudica il trofeo “Maio” con il Lanciano e debutta in Tim Cup superando 3-0 la Casertana grazie alle reti di Tavano, Mokulu e Trotta. Al terzo turno di coppa c’è il Palermo che ha vita dura contro i lupi al “Barbera” nel giorno di Ferragosto. I rosanero passano con Rigoni ma il solito Trotta riequilibra il punteggio fissato poi da Quaison sul definito 2-1. Gli uomini di Tesser abbandonano la competizione a testa alta e guardano al campionato che slitta di due settimane per vie dei processi sul calcioscommesse. La data d’inizio è il 6 settembre e allora i lupi scendono in campo contro Cosenza e Agropoli per perfezionare la preparazione. L’occhio però è sempre vigile sul mercato: dal Belgio arriva Bastien, talento strappato al Liverpool. Le ultime ore di trattative a Milano fruttano l’acquisto del baby Napol dall’Atalanta.
SETTEMBRE – Bentornato campionato
Battesimo di fuoco per l’Avellino nella nuova stagione. Alla prima giornata c’è il derby con la Salernitana che torna dopo sei anni. I duemila tifosi biancoverdi però ricevono una delusione all’Arechi dove Gabionetta è scatenato e stende un Avellino bocciato alla prima. E’ ancora presto per dare giudizi sul corso Tesser, ma la ferita del derby brucia e i tre punti contro il Modena aiutano a lenirla. Jidayi e Mokulu firmano il 2-0 sui canarini di Crespo ma a Cagliari Tesser torna a masticare amaro contro il suo predecessore Rastelli. Il ritorno al Partenio-Lombardi è scandito dallo 0-0 nel turno infrasettimanale con il Novara. L’Avellino prova a spiccare il volo ma il Bari non gli lascia scampo nonostante un Insigne in grande spolvero con la rete del pari illusorio.
OTTOBRE – Il crollo e la resurrezione
Il tracollo interno con il Vicenza spinge l’Avellino nel tunnel della crisi che la società esorcizza mandando la squadra in ritiro a Paestum. Una settimana per ritrovarsi e analizzare le cause della difficoltà del momento. Il pari di Livorno certifica la ripresa graduale anche se i lupi vengono letteralmente scippati con una svista arbitrale clamorosa che genera l’espulsione di Biraschi e il rigore di Comi che consente ai labronici di evitare la beffa casalinga. Pirotecnico il pari successivo con il Brescia: finisce 3-3 con una girandola di emozioni, su tutte lo slalom di Bastien da centrocampo fino alla conclusione vincente in area. L’Avellino sente vicina la svolta e, dopo un buon punto contro lo Spezia, innesta le marce alte con Ascoli e Ternana. Due vittorie per il rilancio: si sblocca Tavano che poi si infortuna, esplode Mokulu e Trotta si conferma bomber di razza.
NOVEMBRE – Lo spettro della nuova crisi
L’Avellino è di nuovo in ritmo e scende in casa del terribile Crotone carico di aspettative. La notturna dello Scida però riserva una nuova amarezza per la squadra di Tesser che parte bene ma si scioglie pian piano e lascia campo all’avversario che serve un tris devastante alleviato dallo squillo di Insigne nel finale. La gara interna con il Latina segna il riscatto per la formazione biancoverde che rompe gli indugi Trotta e Mokulu, nuova premiata ditta del gol che fa impazzire i tifosi. L’Avellino segna a valanga ma subisce altrettanto come a Pescara, dove i lupi si svegliano soltanto nella ripresa e scoprono di essere di nuovo deboli in trasferta. Il Perugia mette l’accento su una nuova crisi: al Partenio-Lombardi gli umbri passano in rimonta dopo l’eurogol di Gavazzi. E’ un Avellino in totale emergenza in difesa a causa dei continui infortuni.
DICEMBRE – Tesser nella storia
L’incipit di dicembre segna il punto più basso della gestione Tesser. A Trapani, un Avellino fortemente rimaneggiato ma con un Castaldo in più, affonda nonostante la carica suonata da capitan D’Angelo. L’allenatore però viene confermato e gode della fiducia del club che viene subito ripagata a partire dal match con la Pro Vercelli. Questa volta D’Angelo è decisivo con la sassata all’incrocio sotto la Curva Sud ma è soltanto l’inizio della risalita. La seconda vittima dicembrina è il Lanciano sconfitto grazie ad un’irresistibile rimonta completata dal destro di Castaldo, in lacrime per il ritorno al gol dopo il calvario della squalifica. L’Avellino è di nuovo sul pezzo e sbanca anche Como con la prodezza su punizione di Nitriansky, riabilitato dal nulla all’improvviso. Trotta e Castaldo calano il poker contro la Virtus Entella ma Tesser vuole entrare nella storia dell’Avellino sin da subito e allora centra la quinta vittoria consecutiva a Cesena. Nessuno come lui nella storia dell’Avellino nel campionato cadetto. Il girone d’andata va in archivio sugli stessi standard della stagione precedente: i lupi sono vivi e pronti a ululare anche nel 2016.
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