AVELLINO- Intercettato da “vittima” di episodi di tentata estorsione e persino sequestro di persona si scopre uno dei protagonisti di una fiorente attività di spaccio che consente ai Carabinieri di Avellino e alla Procura di aprire una “breccia” in più piazze di vendita al dettaglio di cocaina, hashish, eroina e metadone. Spaccio rganizzato nella città capoluogo tra il 2021 e il 2023. Ha preso il via così l’operazione che all’alba ha visto impegnati i Carabinieri della Compagnia di Avellino, che hanno eseguito quindici misure cautelari firmate dal Gip del Tribunale di Avellino Giulio Argenio su richiesta della Procura di Avellino (i sostituti Luigi Iglio e Vincenzo Toscano).. Tutto partito nell’ottobre del 2021, quando in un altro procedimento, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia dei Carabinieri di Avellino rilevano che Mario Barone, classe 80, anche lui finito agli arresti domiciliari, oltre ad essere parte offesa in una vicenda nata sempre da ambienti di droga aveva avviato una fiorente attività di spaccio di cocaina, quella di cui si approvvigionava da un soggetto originario di Scampia e da altri due spacciatori avellinesi. Da qui i Carabinieri seguono un filo rosso che li porta a scoprire almeno altre tre piazze e diversi gruppi. Ma prima di entrare nel racconto di una indagine che è andata avanti per due anni con tradizionali attività tecniche, osservazione, anche telecamere e numerosi sequestri, vediamo quali sono state le misure applicate.
GLI INTERROGATORI PREVENTIVI
Tutti i destinatari della misura sono stati sottoposti, come prevede il ddl Nordio all’interrogatario preventivo davanti al GIP, che all’esito della valutazione sullo stesso ha emesso le misure per quindici indagati. In totale sono venti.
GLI ARRESTATI
Sono nove le misure cautelari agli arresti domiciliari applicate dal GIP del Tribunale di Avellino Giulio Argenio. Tutte per detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. Oltre a Mario Barone, sono stati raggiunti dalla misura cautelare ai domiciliari Antonio De Nardo, Gianluca Spatuzzi, Maddalena Pagani, Gino Lanzillo, Bruno Cucciniello, Mario Morgera, Lorenzo Pennetti e Hicham Eziyati. Per gli altri sei indagati, invece sono stati applicate le misure dell’obbligo di dimora e della presentazione alla pg.
LE ACCUSE
Ventotto capi di imputazione per i venti indagati dell’inchiesta di Procura e Carabinieri. Spaccio di sostanze stupefacenti e’ l’accusa nei loro confronti. I fatti contestati partono dall’ ottobre del 2021 e si riferiscono a cessioni di cocaina, hashish, eroina e anche un caso di commercializzazione del “metadone” consegnato al Serd di Avellino e invece spacciato ad altri tossicodipendenti.
LA RETE SGOMINATA
La droga alle varie piazze in citta’ arrivava da Scampia. Questo come ha documentato l’imdagine almeno fino al novembre del 2011, quando ci sarà il primo sequestro per l’attività di spsccio. Ad approvvigionare la città un soggetto che viene intercettato con lo stesso Mario Barone, che e’ anche creditore nei suoi confronti di una somma. E” lui a rifornire su prenotazione i pusher avellinesi. Con una tecnica che cerca di evitare anche i controlli. Dai contatti di Barone si scoprono anche Spatuzzi, Pagani e De Nardo. E’ il primo gruppo che finisce all’attenzione dei Carabinieri. Sono loro a novembre, quando da Scampia non ci sono più contatti, a cercare altre piazze. E quindi si opta per la zona vesuviana. Bresciano e Castello di Cisterna. Entrano in gioco altri due pusher che riforniscono anche a domicilio i “clienti” in tutta la città capoluogo. La piazza dove spacciano e’ quella nei pressi del Ponte della Ferriera, alle spalle dell’ex Mercatone, ma anche a pochi passi dal Comune di Avellino. Una zona piuttosto collegata anche da un’altra circostanza al vaglio dei Carabinieri, il ruolo di due esercenti che avrebbero approvvigionato la piazza. Infine viene fuori che c’era anche un altro pusher attivo nelle zone limitrofe al Tribunale. Grazie a sequestri, osservazioni tecniche, alcune telecamere piazzate dai Carabinieri e alle intercettazioni, oltre all’ascolto anche dei clienti in alcuni casi, è stato possibile ricostruire tutta la rete che operava nel territorio cittadino. Ora si attende che la vicenda venga posta all’attenzione del Riesame, dove potranno impugnare il provvedimento i legali che a vario titolo difendono i quindici indagati, si tratta tra gli altri degli avvocati Nello Pizza, Gerardo Santamaria, Fabio Tulimiero, Giuseppe Giammarino.
Aerre