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Sovraffollamento nei Pronto soccorso, per NurSind emergenza preannunciata

Emergenza sovraffollamento nei Pronto soccorso, dimissioni medici urgentisti, chiusura UOC medicina d’urgenza, in merito interviene il sindacato NurSind:

«Il sistema sanitario regionale, x quanto riguarda l’ambito dell’emergenza urgenza, è già crollato – sostengono Romina Iannuzzi, Segretario territoriale NurSind e Michele Rosapane, Segretario Aziendale NurSind – Dai dati in nostro possesso il Presidente De Luca, ad oggi, non sa come tenere aperti 6 PS dea di II livello.

Già nei mesi scorsi, precisamente il 16 febbraio, in una audizione in V commissione, le varie organizzazioni sindacali del comparto e della Dirigenza, compreso la nostra, denunciarono una situazione prossima al collasso. In quella sede non presenziò alcun Dirigente del dipartimento della salute regionale.

Sono trascorsi 5 mesi da allora e cosa si è fatto? Siamo ancora l’unica regione d’Italia a non aver recepito le linee di indirizzo nazionali sui pronto soccorso, abbiamo un dca del 2018 sulla riorganizzazione della rete Ospedaliera che è rimasto inapplicato, posti letto per acuti che mancano negli ospedali nonostante siano previsti dagli atti aziendali.

In questo contesto catastrofico comprendiamo la fuga dei medici urgentisti dal Pronto soccorso del Moscati. Ora che non si riescono a reclutare neanche più i gettonisti come si terranno aperti i PS? Ci preoccupa la chiusura della medicina d’urgenza poiché senza interventi correttivi si rischia di aggravare ancor di più il Boarding in PS.

Con agosto alle porte la situazione rischia di peggiorare ulteriormente, bisogna che la Direzione adotti degli interventi organizzativi urgenti. Ad esempio l’Area Boarding dove sostano attualmente i pazienti in attesa di ricovero andrebbe collocata esternamente al PS e dovrebbe essere gestita da Dirigenti Medici con specializzazione affine alla medicina d’urgenza. Questa sarebbe la prima cosa da fare nell’immediatezza.

Ripetiamo – concludono i due referenti del NurSind – quello che abbiamo sostenuto il 16 febbraio scorso in V Commissione, senza programmazione e organizzazione si rischia di non poter garantire più le cure ai cittadini campani».

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