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Soresa – D’Ercole: “Assurdo ricorrere al debito per pagare i mutui”

“I debiti non si pagano con i mutui”. Così, il capogruppo regionale di Alleanza Nazionale, Franco D’Ercole, interviene a proposito dei debiti della sanità campana e della soluzione che sembrava essere stata individuata. “L’operazione Soresa – ha proseguito – rischia di fallire clamorosamente. Come abbiamo più volte ribadito, anche durante il dibattito consiliare sulla questione, la Costituzione italiana, vieta espressamente il ricorso al debito per il finanziamento della spesa corrente. Ma come al solito, Bassolino, Montemarano ed il centrosinistra, hanno fatto orecchie da mercanti e sono andati avanti imperturbabili per la loro strada”. “Ma la Corte dei Conti – ha continuato – nell’ultima relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni ha chiarito gli equivoci, ed ha definito “debiti delle Regioni” le cartolarizzazioni di crediti sanitari con delegazione di debito. In pratica, la strada che la Soresa ha individuato per il ripiano del debito sanitario della Campania”. “Di conseguenza – ha aggiunto – le tre banche finanziatrici hanno rallentato l’iter dell’operazione. Se qualcuno dovesse ricorrere contro la Soresa o un qualsiasi magistrato sollevare la questione di costituzionalità, potrebbe saltare tutta l’operazione e loro, dopo aver anticipato i fondi, potrebbero ritrovarsi con in mano solo un pugno di mosche”. “Ancora una volta, insomma, – ha sottolineato – la sordità della Giunta Regionale che, finge di non sentire gli avvertimenti contrari alle sue iniziative, anziché accelerare la soluzione del problema lo ha di fatto allungato, perché ora c’è il rischio di dover ricominciare daccapo”. “Ed il peggio – ha ribadito ancora – è che a pagare le conseguenze di questa cecità di Bassolino & c., saranno i cittadini della Campania, quelli che della sanità hanno bisogno per curarsi, ma anche quei 20.000 addetti del settore che vedono a rischio il proprio posto di lavoro. Quando capiranno Bassolino & c, – ha concluso D’Ercole – che con la salute ed i posti di lavoro dei cittadini, non si scherza?

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