Sordità e ipoacusia, problemi per un italiano su dieci. Incremento anche tra i giovani a causa dello stile di vita

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Un italiano su dieci ha problemi di udito, un problema che riguarda soprattutto gli anziani ma che, pian piano, inizia a colpire anche i più giovani. Lo hanno ricordato le associazioni di pazienti riunite al Ministero della Salute insieme ad esperti e istituzioni in vista della Giornata mondiale dedicata all’udito che si celebra il 3 marzo.

In Italia, la maggior parte dei soggetti con problemi uditivi ha più di 74 anni, ma di recente il fenomeno di ipoacusia è aumentato nei giovani fra i 15 e i 24 anni (dal 3% del 2012 al 4,2% del 2015) e nelle fasce di età intermedie. Tale incremento è legato non solo allo stile di vita moderno ma anche alla scarsa sensibilità del pubblico circa i problemi dell’udito, visto che il 54% degli italiani non si è mai sottoposto al test audiometrico.

“Solo muovendoci insieme per un obiettivo condiviso possiamo essere ascoltati dalla Pubblica Amministrazione – sottolinea Domenico Pinto, presidente ASI (Affrontiamo la Sordità Insieme) -. La firma di questo protocollo sarebbe un avvenimento storico che rende più efficaci gli sforzi, finora frammentari e individuali, verso la prevenzione, l’informazione e l’accesso alle cure a vantaggio di tutti”.

La sottoscrizione del primo protocollo operativo è infatti l’obiettivo della due giorni di incontri, organizzata da Nonno Ascoltami-Udito Italia Onlus in collaborazione con ASI.

L’ipoacusia è un serio problema sanitario a livello globale, ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità: 460 milioni di persone, oltre il 5% della popolazione mondiale, sono affette da ipoacusia invalidante e si prevede che il loro numero triplicherà salendo a 1,2 miliardi di persone entro il 2050.