Nella fredda mattinata del 20 febbraio del 2007 la giovane 23enne, Antonella Russo, è stata freddata da quattro proiettili di una pistola 7,65 sparati a bruciapelo dal convivente della madre Lucia, Antonio Carbonara. Era il giorno di Carnevale: in un attimo si trasformò in dolore e rabbia per i solofrani. Le 24 ore precedenti vi era stata una lite tra Antonio Carbonara e la convivente che lo mise definitivamente alla porta. Da qui forse la vendetta contro la donna. Solo che alla guida della fiat Stilo, quella mattina, non v’era la sua convivente bensì la figlia che aveva accompagnato la madre al lavoro. Antonella un mese dopo avrebbe dovuto discutere la tesi dal titolo “Lingue e modelli culturali dell’occidente” presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere all’Università degli Studi di Salerno. Oggi presso l’ Ateneo vi è un’aula dedicata a lei. Le venne assegnata la Medaglia d’oro al Valore Civile alla memoria, la strada dove abitava porta il suo nome. La sua storia approdò a varie trasmissioni televisive come da “Terra” di Canale 5 e “Ricomincio da qui” su Rai 2 condotta da Alda D’Eusanio e nel novembre scorso a “Piazza grande” sempre su Rai 2. Venerdì prossimo si terrà una messa di commemorazione presso la Collegiata di San Michele dove saranno presenti i familiari e gli amici. In occasione dell’8 marzo, Festa delle donne, verrà presentato un libro su Antonella Russo, dal suo primo vagito a quella triste mattinata. E’ stata la madre a volerlo scrivere affinché non svanisca, visto che il tempo inesorabilmente cancella il ricordo di quella ragazza solare, altruista e piena di vita. Aveva un sogno nel cassetto: andare a Roma, dopo la laurea, con l’amica del cuore Elena Maglio per lavorare nel settore turistico. Quel sogno è rimasto chiuso in un cassetto della sua stanza.