Solofra – I ‘crucci’ di Guarino: Albatros e inquinamento fiumi

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Solofra – E’ un Guarino un pò pressato quello degli ultimi giorni. La causa va rinvenuta in varie contingenze: la situazione dell’Albatros e dei suoi 180 dipendenti a rischio, la riapertura dell’annoso problema dell’inquinamento della Solofrana, i dati dell’Arpac napoletana rilevati in campioni prelevati dal torrente all’entrata della frazione di S. Pietro (Montoro Superiore). Allora con una missiva diretta al Commissario Straordinario Roberto Jucci, ai sindaci delle due Montoro, Carratù e De Giovanni, all’assessore Cerrato di Montoro Superiore, a Riccardo della Rocca presidente dell’associazione S. Pietro e Paolo di Montoro Superiore, il sindaco cerca di rintuzzare il tutto affermando che “i nostri imprenditori vivono, lavorano ed investono su Solofra. E’ quindi inammissibile che l’intera classe imprenditoriale, fatta di persone serie, venga criminalizzata per la sconsideratezza di alcuni ‘banditi’ che pensano di continuare a restare a galla fra i flutti del mercato eludendo le regole. I primi ad essere interessati, a che questi banditi vengano colpiti e perseguiti, sono gli imprenditori seri e la città di Solofra non tollera che il suo buon nome venga infangato per colpa di pochi”. Quindi avendo partecipato al convegno “Solofrana fiume killer?” ritiene che i veri killer “siano quei pochi che operano in dispregio delle leggi. Questi rischiano di far morire un sistema produttivo che si è affermato nel corso degli anni contando sulla capacità dei suoi imprenditori e lavoratori e che dà lavoro a migliaia di persone”. E’ d’accordo sulla soluzione del disinquinamento ma il problema del Sarno e della Solofrana non può essere fronteggiato e risolto e semplificato “scaricando tutto il peso della questione sulle spalle di Solofra e del suo sistema produttivo. Sarebbe illusorio e pericoloso. Illusorio perché si rischia di trascurare altre e concrete cause di inquinamento. Pericoloso perché avallando la logica del ‘tutti colpevoli’ si rischia di non attribuire le giuste responsabilità”. Ribadisce inoltre la propria disponibilità ad una discussione con tutti ripetendo “che il killer non è il fiume ma quei banditi che sicuramente albergano in Solofra ma che si nascondono opportunisticamente anche nelle terre a valle, trovando un comodo paravento alle loro azioni nel pretesto dell’anti-solofranità”. (di Dante Grimaldi)

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