SOLOFRA- Raggiunto da un decreto di perquisizione presso la sua abitazione, perché indagato per un raid contro un sottufficiale dell’ Arma aveva tentato di bloccare i Carabinieri e oltre a tentare di distruggere un telefonino, aveva lanciato uno zainetto contenente pochi grammi di cocaina e hashish dal balcone della cucina (circa 40 dosi quelle ricavabili secondo gli accertamenti) , recuperato dai militari. Fatti per cui era finito prima in carcere e poi all’obbligo di firma.
A distanza di due anni (la perquisizione era datata 1 marzo 2022) per un trentaseienne di Solofra, difeso dal penalista Carmine Ruggiero, e’ arrivata l’assoluzione dalle accuse contestate dopo i fatti. La difesa ha evidenziato come al di fuori della droga divisa in dosi non erano stati rinvenuti altri elementi da cui far desumere un’attività di spaccio (bilancino, telefoni e altro) e la stessa somma di 1400 euro in contanti era stata sequestrata ed è stata restituita.
Il giudice monocratico del Tribunale di Avellino ha assolto il trentaseienne dall’accusa di spaccio (perché il fatto non sussiste) da quella di resistenza a pubblico ufficiale (perché il fatto non sussiste) infine da quella di detenzione di munizioni di guerra (perché nel corso della perquisizione erano state rinvenute anche cartucce calibro 9 millimetri) perché il fatto non sussiste. La Procura aveva chiesto la condanna per il trentaseienne. La vicenda è collegata al raid contro il maresciallo dei Carabinieri per cui è a processo davanti al Tribunale monocratico di Avellino, per cui la prossima udienza è fissata a novembre.