Solofra – Per il centro cittadino non sono ancora per nulla spenti gli echi del Consiglio Comunale di venerdì scorso. Ancora vivi gli applausi della maggioranza al voto favorevole, per il protocollo d’intesa tra Ato e Comuni circa la depurazione dell’Alto Sarno, del consigliere di minoranza Gerardo De Stefano. Nemmeno un minuto e la stessa maggioranza venne gelata dal voto contrario dato dal Presidente dell’assise, Eugenio Lettieri. A tre giorni dall’assise comunale, il consigliere della minoranza Michele Vignola, in quota Margherita, spiega il non voto da parte del gruppo “non siamo stati coinvolti nella vicenda – poi spiega – il Protocollo di intesa non deve vincolare la maggioranza alle quote, bensì bisogna aspettare le direttive provenienti dalla Regione Campania”. Infatti la divisione delle quote è la seguente: il 48% alla società Gori, braccio operativo dell’Ato 3, e 48% alla società, al momento inesistente, che rappresenterebbe l’Ato 1. Poi il 2% ai rispettivi Comuni di Mercato San Severino e Solofra, che nel tempo di un anno si libererebbero delle loro quote a favore delle società dei due Ato. Dunque la maggioranza guidata da Antonio Guarino, con l’approvazione del Protocollo di intesa, ha praticamente affossato la Co.Di.So. nata nel 1985 grazie ad un idea dell’ ex sindaco Pasquale Russo. All’ epoca era solo un consorzio alla cui presidenza,dal 1988-90, vi è stato il sindaco Guarino. La depurazione dell’Alto Sarno viene così ‘scippata’ – a detta dei più – alla società del polo conciario a favore della Gori e non le rimane che giocarsi il tutto con un ricorso giuridico essendo gestore preesistente. La nuova società che verrebbe fuori non ha per nulla i crismi di quella decantata dall’ordinanza governativa 3378, in quanto aggira le indicazioni fornite dal Ministero dell’ ambiente e tutela del territorio. A questo punto Guarino dovrebbe chiedere al Governo di cambiare l’ordinanza per poter realizzare il progetto del Protocollo di intesa che vuole il ritorno della gestione depurativa caratterizzata alla sola ordinarietà. Ma l’opposizione, tramite Vignola, fa sapere che la partita non è per nulla finita. (di Dante Grimaldi)