Solofra – “Allora, ricapitoliamo, per creare un’opportunità di crescita economica nell’area del Calaggio è bastato un protocollo d’intesa tra il Comune ed il consorzio Asi. Una semplice firma per fare arrivare l’ok ad un progetto per la realizzazione di un centro multiservizi. Benissimo, complimenti agli amministratori dell’area. Quello che mi chiedo è come mai per immaginare un percorso che generi nuove occasioni di crescita economica nel distretto industriale di Solofra bisogna avere a che fare con procedure farraginose, formulari da compilare e polemiche politiche a non finire”. La pensa così il consigliere comunale di minoranza Antonello D’Urso.
“Da mesi – continua – come consigliere comunale e come tecnico sto chiedendo all’amministrazione comunale di assumere una presa di posizione chiara rispetto alla riorganizzazione dell’area industriale della nostra città. Solofra ha bisogno di attrarre nuovi capitali e lo si può fare unicamente andando avanti sul frazionamento degli opifici e sul cambio di destinazione d’uso degli immobili industriali.?Ad oggi nel nostro nucleo industriale non si possono insediare altre industrie se non quelle conciarie. Una follia. Sia perché nel corso degli anni il volume d’affari generato dalla concia si è fortemente ridimensionato, sia perché l’unico vero nucleo industriale che possa contare su infrastrutture e servizi è il nostro. Ed invece nulla. L’amministrazione comunale sul punto non è stata in grado di fornire risposte soddisfacenti. L’unico risultato, se così si può dire, è stato un formulario da compilare e rispedire al comune che poi lo avrebbe trasferito all’Asi. Quali sono stati i risultati del formulario non è dato sapere. Né sappiamo a che punto è il confronto fra comune ed Asi che pure era stato più volte annunciato da questa amministrazione comunale”.
Ed ancora. “E quindi mentre il distretto conciario solofrano continua ad essere alle prese con un perenne immobilismo e con un ostracismo più o meno velato degli enti sovracomunali, altrove si investe, si scommette sui territori, si immagina un percorso di crescita. In questa parte dell’Irpinia le infrastrutture sono ferme agli anni 70. L’ultimo investimento degno di questo nome risale infatti alla realizzazione del raccordo autostradale Salerno-Avellino. Dopo di allora il nulla”. “Sulla vicenda Asi, conclude D’Urso, siamo ancora in attesa che l’amministrazione venga in consiglio a relazionare sui progetti che si hanno per il distretto industriale della nostra città”.