Solofra – Nella seconda riunione di Consiglio Comunale, la maggioranza del sindaco Guarino ha abbandonato l’aula, facendo venir meno il numero legale. Sembra che tale abbandono sia dovuto al mancato accordo sulle nomine da farsi alla Comunità Montana. Ed a poco più di un mese dalle elezioni sembra che la crisi già incomba su una amministrazione dove è totalizzante la presenza del Partito Democratico. A evidenziare l’accaduto sono gli azzurri locali, rappresentati dal commissario del Coordinamento cittadino Claudio Rossano. “Niente di concreto è stato fatto – ha spiegato in una nota – anche in relazione alla stabilizzazione dei lavoratori precari. E davvero strane sono le modalità con cui la maggioranza consiliare sta tentando di protrarre nel tempo la discussione sulle cause di incompatibilità del consigliere di Forza Italia Pio Gagliardi, peraltro rimosse con atti ufficiali”. Del fatto si era già discusso nella seduta del 12 giugno, è stato successivamente trattato nella seduta del 20 luglio e la maggioranza consiliare ha deciso di rinviarle a nuova data in attesa di pareri legali. “Non si accorge la maggioranza consiliare – continua – che la convalida degli eletti è atto fondamentale per la costituzione del Consiglio stesso e per la validità delle sue decisioni? Ciò è scritto chiaramente nel Testo Unico. Ma il fatto più bello è che in questo lasso di tempo alcuni cittadini avanzano i loro dubbi sulla compatibilità del consigliere Gagliardi. E celermente le strutture comunali hanno aperto una singolare istruttoria su richiesta di individui che non hanno fornito i propri estremi anagrafici. Ed in tale clima di confusione amministrativa si voleva ad ogni costo giungere alla dichiarazione di incompatibilità del consigliere”. Non solo: sembra infatti che qualche esponente della Margherita, per avvalorare l’incompatibilità, abbia fatto appello all’art. 68 del TUEL (“Le cause di incompatibilità, sia che esistano al momento della elezione sia che sopravvengano ad essa, importano la decadenza dalle predette cariche”… “la cessazione dalle funzioni deve avere luogo entro dieci giorni dalla data in cui è venuta a concretizzarsi la causa di ineleggibilità o di incompatibilità”). Ma ad avvalorare la tesi contraria, come spiega Rossano, sarebbe proprio l’art. 69 dello stesso testo secondo cui “…il consiglio deve procedere alla dovuta contestazione e che l’amministratore ha dieci giorni di tempo per formulare osservazioni o per eliminare le cause di ineleggibilità sopravvenute o di incompatibilità”.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it