Solofra – “Gli esperimenti vanno fatti, è vero, ma quando si ha la certezza che quanto è stato fatto non è utile allora bisogna avere il coraggio di tornare indietro”. Il consigliere di minoranza Antonello D’Urso torna nuovamente sulla questione del piano traffico e della viabilità. “In via Fratta è stata sperimentata una improbabile circolazione ad “anello”. Bocciata nei fatti. Non si capisce, dunque, cosa si aspetta a mettere da parte il dispositivo. E’ giusta e condivisibile la posizione dell’assessore Gerardo De Stefano che parla di un Puc che vada nella direzione della creazione di nuovi servizi, ma proprio per questo diventa importante una programmazione capillare. La lezione è quella del noto architetto Giovanni Michelucci che sosteneva che le città non vanno attrezzate per ospitare, ma vanno attrezzate per essere vissute. La realizzazione di nuovi spazi di aggregazione non può avvenire ex abrupto calandoli in un punto piuttosto che in un altro della città. Una sperimentazione estemporanea fatta in questo modo rischia di rappresentare uno spreco di risorse umane e finanziarie. Perchè la gente si raduni in un posto, è innanzitutto necessario che possa raggiungerlo agevolmente; che una volta raggiunta la piazza, o quel che è ci sia qualcosa che li inviti a restare. Ecco allora che la viabilità, la programmazione degli spazi cittadini da destinare ai pedoni, la carrabilità o la pedonalizzazione di una parte del territorio diventano l’ossatura sulla quale poggiare il corpo del nuovo piano urbanistico comunale. Un esempio: piazza San Michele. La sua pedonalizzazione, sulle prime, è stata osteggiata ma poi è servita a rendere quest’area cittadina estremamente viva e versatile”.
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