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Solidarietà e migranti, il parroco di Chiusano lancia un appello: “Aiutarli a casa loro è un nostro dovere”

Don Antonio Romano è il parroco di Chiusano San Domenico e ha deciso di affidare a Facebook un appello di solidarietà e carità cristiana. “Vorrei fare un richiamo – scrive in un post – a tutti quelli che in questi anni di emergenza migratoria hanno sostenuto la tesi che bisogna aiutare i poveri nei loro paesi, ma la mia iniziativa è estesa anche a coloro che vogliono accogliere i migranti nelle loro città e nelle loro case”.

Prima gli ultimi è un monito del Vangelo a cui fa cenno lo stesso Papa Francesco nel messaggio presentato lo scorso 27 maggio in sala stampa vaticana, per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2019, che si celebrerà in prossimo 29 settembre. “Il mese prossimo – prosegue don Antonio – farò la mia terza visita al villaggio di Rutundwe in Burundi che è gemellato con la nostra parrocchia, ormai, da sei anni. Il Burundi è uno dei paesi più poveri dell’Africa perché piccolo e con poche risorse naturali. La stragrande maggioranza degli abitanti del Burundi non può permettersi un viaggio da clandestino per venire in Europa e per loro è complicato anche ottenere un ingresso regolare per i costi e la trafila da affrontare. Lo so perché sto seguendo una pratica per ospitare una studentessa burundese che desidera continuare gli studi universitari qui in Italia”.

“A tutti quelli che hanno a cuore la vita e la sicurezza di quelle persone, a quelli che dicono che sono una risorsa, a quelli che sostengono che bisogna accogliere, suggerisco di andarli a prendere come sto facendo io. Questo è il modo più sicuro, legale ed efficiente per evitare i morti e il favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina. Il secondo punto, che a mio avviso, è ancora più urgente e necessario, riguarda lo sforzo che tutti gli uomini di buona volontà devono fare per sostenere lo sviluppo e la crescita di quelle popolazioni abbandonate e in alcuni casi depredate dal “primo mondo” dice don Antonio sottolineando come ancora del diritto a emigrare c’è il diritto a non emigrare e quindi il dovere della comunità internazionale di rimuovere la cause che obbligano chi è disperato a partire.

Ancora il parroco di Chiusano: “Il mio obiettivo è quello, innanzitutto, di costruire delle reti di amicizia e di collaborazione con quelle popolazioni a partire dal sistema di gemellaggio che possa coinvolgere ogni paese, città, provincia e regione dell’Italia, dell’Europa e del mondo. In secondo luogo, fornire loro gli strumenti per poter trasformare, in loco, le risorse a loro disposizione attraverso la formazione di figure professionali e la fornitura dei mezzi necessari per la crescita e lo sviluppo dell’agricoltura e dell’artigianato”.

“L’associazione Madre Teresa Onlus di cui faccio parte si occupa proprio di questo. Per i bambini di Rutundwe quest’anno c’è una novità. Abbiamo organizzato i “jeux sans frontières” regalando loro 100 magliette sponsorizzate, divise nei colori dei 5 continenti. Chiediamo contributi, pubblici e privati, per sostenere lo studio e la salute dei bambini e per acquistare trattori e pompe idrauliche per l’agricoltura. In questi giorni mi è stata chiesta una mano anche dalla ONG Dapadu Abruzzo per sostenere un progetto di energia solare al centro Agro-Pastorale di Kiyenzi che si occupa di formazione professionale, falegnameria, caseificio e trasformazione alimentare.

“Se solo le nazioni industrializzate facessero il fioretto di non acquistare e produrre armi per un anno, avremmo a disposizione 1700 miliardi di dollari per lo sviluppo e la cooperazione di quelle popolazioni. Siccome i miracoli avvengono solo raramente, incominciamo noi a fare il possibile e il necessario. Adesso sono curioso di scoprire chi e quanti sono disposti a rispondere a questo appello. Per chi desiderasse fare un versamento a tale scopo può inviare un contributo intestato alla parrocchia S. Maria degli angeli Cod. IBAN IT73 C076 0115 1000 0100 5711 435 causale Missione Burundi. Per la destinazione del 5×1000 il codice è 92059250644. Vi assicuro che i vostri soldi non si perderanno per strada perché arriveranno direttamente a destinazione, per me la carità non può essere un business2 conclude don Antonio.

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